Il rapporto di Pirandello con lo specchio e le conseguenze nella sua drammaturgia
Devi sapere, Antonietta mia, che ogni tanto io mi bacio allo specchio: quando dico qualche bestialità, per compensarmene, mi bacio; quando sono arrabbiato, per calmarmi, mi bacio; quando mi pare che la bestia uomo trionfi per la sua imbecillità, per congratularmene, mi bacio. È un vizio ormai inveterato.
Così scrisse Luigi Pirandello in una lettera del 4 gennaio 1894 alla moglie Maria Antonietta Portolano che era solita, come le sorelle dello scrittore, avere “il vizietto di sgraffiarsi nelle arrabbiature” abitudine che il marito non sopportava accecato com’era dall’amore per sè stesso e per la sua figura mefistofelica.
Così è (se vi pare)
La parabola Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello viene annunciata sul giornale Il Tirso nel 1917 e presenta un intreccio al limite del paradossale, fondato sulla ricerca di una verità oggettiva che non verrà mai trovata. Il Signor Agazzi, la moglie, la figlia Dina e il cognato Laudisi insieme a tutti gli altri condomini del palazzo dove vivono sono coinvolti in uno strano mistero. Arrivano nel paese a noi ignoto il Signor Ponza, sua moglie e la suocera la Signora Frola. Il Signor Ponza insieme alla moglie vivono in un appartamento diverso da quello della suocera alla quale è permesso di vedere la figlia solo dal balcone. Tutti i concittadini si chiedono il perché di questi strani comportamenti divorati dalla curiosità e Laudisi, figura proiettiva di Pirandello, cerca di dimostrare con discorsi universali e filosofici che una verità oggettiva non c’è.
Versioni diverse
All’arrivo della strana famigliola si tengono le convenevoli presentazioni in casa Agazzi. La signora Frola racconta che sua figlia Lina ha sposato il Signor Ponza, ma a causa di un’ossessiva gelosia morbosa di lui la ragazza risiede per un anno in una casa di cura per un crollo nervoso. Al suo ritorno il marito divenuto matto, pensando che Lina fosse morta, ha creduto che la moglie tornata dal ricovero fosse un’altra donna e per assecondarlo la famiglia ha deciso di inscenare un secondo matrimonio. Dal canto suo il Signor Ponza dichiara un’altra versione dei fatti: Lina la prima moglie e figlia della Signora Frola è morta tempo prima, la suocera per il dolore della perdita è divenuta matta e ha riconosciuto sua figlia Lina nella seconda moglie Giulia del Signor Ponza eliminando la morte della ragazza dalla sua mente.
La verità nel pozzo
Chi è il pazzo di noi due? Il guaio è che, come ti vedo io, non ti vedono gli altri! E allora, caro mio, che diventi tu? Dico per me che, qua di fronte a te, mi vedo e mi tocco, tu, per come ti vedono gli altri, che diventi? Un fantasma.
Laurence Sterne in La vita e le opinioni di Tristam Shandy sostiene che la Verità si trovi in un pozzo buio e profondo, insussistente ma ossessivamente ricercata dagli stolti. Pirandello riprende questo pensiero e attraverso la figura di Laudisi che nella terza scena del secondo atto si guarda allo specchio e parla al suo riflesso ritenendo che per noi stessi siamo uno, ma per gli altri centomila fantasmi. Le persone che ci sono attorno creano un fantasma di noi stessi pensando di vederci per quello che siamo realmente, ma non è così poiché non esiste una realtà oggettiva. Si prende gioco dei concittadini che, non capendolo, corrono dietro il fantasma della moglie del Signor Ponza senza badare al loro di fantasma. Il Signor Ponza e la Signora Frola hanno creato un fantasma della moglie che è stato accettato da quest’ultima e dunque ormai è diventata sia Lina che Giulia.
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello nasce a Girgenti nel 1867 da Stefano Pirandello e Caterina Ricci Gramitto proprietari di una fiorente zolfara. Per tutta la vita rincorre il suo unico amore: l’Arte, nutrito dalla Fantastia che lui stesso chiama servetta scaltra. Studia a Roma per due anni e poi a Bonn per tre semestri fingendo sempre con i genitori e le sorelle di star studiando per la laurea. Spinto di continuo dal bisogno ossessivo di mentire, Ligi Pirandello ha una grande affinità con la figura del diavolo astuto, scaltro e che si diverte a prendere in giro gli altri. Rincorre per tutta la vita, in modo iroso e maniacale, il successo che arriva con il premio Nobel solo nel 1934 due anni prima della sua morte.