Intervista a Tito Stagno, un racconto di un pezzetto di storia italiana e non solo
Tito Stagno quel 20 luglio 1969 ha prestato la sua voce all’Italia per raccontare a tutti di quell’incredibile viaggio, il primo fatto sulla Luna nella storia del genere umano. Era il 2015, quando in un pomeriggio tiepido di una primavera ai suoi inizi, ho conosciuto Tito Stagno. Un incontro fortuito, che mi ha permesso di provare in prima persona delle emozioni forti e uniche. Tito Stagno, concordata la data per l’intervista telefonica, mi ha regalato la possibilità di rivivere con lui quei momenti unici dell’allunaggio. Oggi, a pochi giorni dalla sua morte, il ricordo di quel pomeriggio trascorso insieme mi riporta alle sue parole.
La prestigiosa gara della corsa alla Luna è per l’Italia la voce di Tito Stagno
Mi ero preparata studiando, in modo da poter fare a un giornalista come lui delle domande intelligenti. Ricordo di aver ristudiato il contesto storico di quel periodo, la Guerra Fredda, cercai informazioni maggiori sulla Russia e sugli Stati Uniti, decidendo inoltre di ascoltare alcune delle molte telecronache sportive di Stagno. Ma nonostante il mio interesse verso questioni storiche e politiche, ammetto che oggi nella mia mente risuonano a chiare lettere solo le immagini di un racconto: l’allunaggio. Tito Stagno mi disse:
Tutti mi chiedono se siamo veramente andati sulla Luna. Sì, ci siamo andati, come hanno testimoniato i sovietici stessi con il loro satellite in orbita, che in quel momento girava attorno alla Luna, riprendendo ogni immagine. Il comandante Neil Amstrong, Buzz Aldrin, Micheal Collins.
Una telecronaca lunga e stancante. Tutto andò secondo quanto previsto dal manuale della NASA, fino al momento in cui ci comunicarono che non ci sarebbero state riprese televisive.
Così il povero telecronista, il sottoscritto, in 12 minuti senza immagini, deve parlare. Sapevo tutto degli uomini e delle macchine. Centinaia di sigle, di numeri. Comunicazioni concise, strette. Tradussi quelle sigle e quei numeri per i telespettatori.
C’era solo la mia faccia! Dovevo fare una radiocronaca, ma il radiocronista è un signore che sta in un posto, vede delle cose e le comunica a persone lontane che non vedono nulla. Io però non vedevo nulla e dovevo raccontare delle cose a gente che non vedeva nulla. Quindi ecco che le mie parole dovettero fornire delle immagini.
I due uomini erano in piedi, uno accanto all’altro, davanti a loro il quadro di comando. Decine di leve, spie luminose, pulsanti, Aldrin e Armstrong avevano a disposizione uno spazio grande come la cabina di un ascensore. Il L.E.M. Aquila sta scendendo verso il mare della tranquillità. Rallentare dicono da Houston. E allora aggiungo la velocità scenderà fino a un metro al secondo al momento dell’atterraggio nel mare della tranquillità, una superficie tutta polvere e sassi, vicino all’equatore della Luna.
Dalle parole di Tito Stagno nei primi giorni di maggio 2015
Senza la Guerra Fredda non ci sarebbe stata la corsa alla Luna
Tito Stagno è stato un telecronista italiano che ha avuto l’onore di comunicare all’Italia il momento storico dell’allunaggio. Mi disse che “Senza la Guerra Fredda non ci sarebbe stata la corsa alla Luna; non l’avremmo conquistata. In questa gara l’Unione Sovietica partiva avvantaggiata. L’URSS nel’57 lanciò in orbita il primo satellite artificiale, Sputnik. Poi, nel’61 il primo uomo, Yuri Gagarin. Nel’63 la prima donna, Valentina Tereskova. L’Unione Sovietica aveva mandato delle sonde, verso la Luna, senza carico umano, fotografandone la faccia nascosta. La prima passeggiata spaziale, nuotando nel vuoto cosmico, fu quella di Aleksej Leonov, il primo cosmonauta.”
Il Progetto Gemini e la contromossa degli Stati Uniti
“Kennedy disse che avrebbe mandato due americani sulla Luna entro il decennio e che li avrebbe fatti tornare sulla Terra sani e salvi. Era un grosso impegno. Gli americani, partiti in svantaggio, arrivarono sulla Luna grazie alle prove del progetto Gemini: 12 voli, su navicelle a due posti per provare lo sgancio e il riaggancio. Finalmente con la missione Apollo di fine dicembre del’68 c’è il primo volo verso la Luna: 800mila km di viaggio mai fatti prima dall’uomo”.
Dalle parole di Tito Stagno nei primi giorni di maggio 2015.
Tito Stagno mi raccontò di quegli anni incredibili, in cui le immagini della missione di Frank Borman e le emozioni di quella Vigilia di Natale del’68, come la storia dell’Apollo 8 che sorvola la superficie lunare, grigia e piena di crateri, hanno fatto la storia; in fine 7 mesi più tardi, a luglio, fu il momento dell’Apollo 11 che arrivò su quella bellissima landa desolata, inaccessibile e all’epoca ancora inviolata.