Identità e società multirazziale in Jean Rhys e in Il grande mare dei Sargassi
Il grande mare dei Sargassi, pubblicato nel 1966 e strettamente legato ad una letteratura femminista e post-coloniale, decreta la consacrazione di Jean Rhys fra i grandi autori di lingua inglese. Di forte stampo autobiografico, Il grande mare dei Sargassi rende evidente lo stretto legame tra la scrittrice e la protagonista del romanzo Antoinette. La vicenda del romanzo si apre in una tenuta a Coulibri, ex piantagione di zucchero in Giamaica.
Il grande mare dei Sargassi: la mancanza di un’identità
La famiglia di Antoinette, data l’origine creola, viene rigettata dai bianchi della colonia dove viveva. Allo stesso tempo è allontanata dai neri della sua terra natia a causa delle attività del capo famiglia, proprietario terriero ed ex schiavista. Il ciò fa emergere il tema dello sradicamento, centrale nel romanzo: Antoinette sente di non appartenere ad alcun mondo. La protagonista è perennemente in bilico tra una realtà europea e il mondo prevalentemente nero delle Indie occidentali, divenendo così incarnazione del dramma esistenziale dei creoli, né europei né neri.
Una vita all’insegna del viaggio
Quella di Antoinette è una vita all’insegna del viaggio, ma non un viaggio di piacere. Si tratta più di una fuga, di un continuo spostamento alla ricerca di un posto dove stare. La mancanza di un’identità di partenza favorisce questa mobilità, caratterizzata da un’evidente irrequietezza. Trasferendosi da Coulibri a Granbois ed infine in Inghilterra, la protagonista non riesce a trovare un posto dove si senta realmente accettata. Il viaggio causa in lei un ulteriore sradicamento e diviene nel romanzo simbolo di un’angoscia esistenziale, di una persona che è condannata fin dalla sua nascita ad essere un’outsider.
Un nome, un’identità
Jean Rhys, nata come Ella G. R. Williams, cambia spesso il suo nome, prendendo i cognomi dei propri mariti oppure storpiando il proprio. La scrittrice associa il proprio nome ad una sorta di maschera, che le permette di cambiare identità e fuggire di luogo in luogo. Questa sua particolare caratteristica viene riflessa nella protagonista di Il grande mare dei sargassi. Lo spirito e l’individualità di Antoinette sono schiacciati dall’oppressivo mondo maschile e occidentalizzato intorno a lei. In primo luogo viene privata del suo cognome, dovendo prendere quello del patrigno, ricco inglese, e passando quindi da Antoinette Cosway a Mason. In seguito anche il suo nome viene cambiato dal marito in ‘Bertha‘, un nomignolo che aveva sua madre, considerata pazza. A differenza dell’autrice, Antoinette lotta fino a quando resiste per mantenere il proprio nome, dunque una propria identità.
Il grande mare dei Sargassi e la nuova concezione di Englishness
Fin dalle prime pagine del romanzo vi è una forte trasgressione per quanto riguarda la correttezza della lingua. Si ha l’impressione di una coesistenza tra due diversi registri: l’inglese ufficiale della narratrice, ed uno non usuale da parte degli altri personaggi, poco letterario e caratterizzato da scorrettezze grammaticali. J. Rhys affronta il problema dell’Englishness: cosa è da considerare inglese e cosa non? A partire dalla seconda metà del ‘900 vi è un cambiamento radicale del modo in cui viene percepito l’inglese: non deve più essere necessariamente “quello della regina”, ognuno è libero di mantenere il proprio accento e vi è quindi la presenza di altri modi di parlare inglese. Questo cambiamento è dovuto proprio a scrittori come J. Rhys, che nascono in un ambiente multiculturale: la lingua nazionale è superata da un’idea più elastica, scagliando una freccia a favore dell’integrazione e del legame con le proprie origini.