L’intervista a Gianpiero Distratis, che gestisce la Libreria Indipendente La Porta Gialla a Tivoli.
La Libreria La Porta Gialla a Tivoli è un piccolo angolo di paradiso che regala momenti di evasione da una piccola realtà urbana. Entrando e spulciando con lo sguardo gli scaffali ricolmi di libri meticolosamente ordinati, il lettore esperto si accorge subito della ricercatezza dei titoli. Varcare la soglia di questa libreria è come varcare una barriera spazio temporale che ti assorbe e, una volta dentro, tutto il resto viene lasciato fuori e poco importa più. La Porta Gialla è un po’ come Le porte della Percezione di Aldous Huxley: è un’esperienza psichedelica, è una droga in grado di aprire le porte della percezione della realtà… e della fantasia.
Ad accogliermi, poco dietro il bancone c’è Gianpiero, il proprietario che con molta calma e gentilezza è stato da subito disponibile. La prima domanda, quella che in assoluto avrei sempre voluto chiedergli, riguarda proprio il nome della libreria. Se è vero, che non bisogna giudicare un libro dalla copertina, io lo ammetto, sono stata sin da subito attratta da questa misteriosa porta gialla…
La tua libreria ha un nome curioso: da cosa deriva?
Qualche tempo prima di aprire la mia libreria, un’amica mi fece per gioco un test: immaginare un corridoio su cui si aprivano porte di diverso colore, decidere quali porte aprire e descrivere ciò che vedevo una volta aperta ciascuna di esse. Al termine del test scoprii che ogni porta aveva un significato preciso. Io, aprendo la porta gialla (la porta dell’amicizia), immaginavo una stanza con le pareti ricoperte di scaffali e libri. Quando è nato il progetto della mia libreria avevo mille dubbi ma nessuno sul nome che le avrei dato: La Porta Gialla sarebbe stata la libreria con cui avrei offerto alla città una stanza ricoperta di scaffali colmi di libri selezionati con cura e al suo interno avrebbe regnato uno spirito di amicizia fondamento unico di una vera comunità.
Come nasce l’idea di aprire una libreria indipendente?
Anche se ho una laurea in economia ho iniziato a occuparmi di libri per un’associazione culturale che ho contribuito a fondare. Quando quell’esperienza si è conclusa il passo successivo naturale è stato aprire una mia libreria. Col senno di poi, devo ammettere che non riuscivo e, mai riuscirei adesso, a vedermi in un contesto diverso dalla mia libreria. E tutto questo perché sconto un peccato originale insormontabile: sono un lettore prima di qualsiasi altra cosa; la lettura per me è come respirare, non posso farne a meno; e questo è il campo in cui ho accumulato più competenze. E ovviamente per me una libreria è un libreria indipendente cioè un posto dove una persona si assume delle responsabilità, rischia in proprio, fa delle scelte, anche forti, infonde nel luogo la sua stessa personalità con la quale attrae e sostiene con uno scambio continuo e fondamentale una comunità di lettori. Non potevo aprire altro che una libreria indipendente, cioè mia, non un semplice negozio, ma un luogo fuori dagli schemi improntato all’ascolto, al rispetto, alla fratellanza, alla condivisione sincera.
So che fai molte iniziative? Quali? E quale è la tua preferita?
Nel corso degli anni ho organizzato di tutto, dal poetry slam alle presentazioni classiche, ai laboratori di lettura… Tra le presentazioni devo dire che rimarranno sempre nel mio cuore quelle di autori che hanno dimostrato una grandissima generosità. Generosità che mi è impossibile ormai non riscontrare anche nella loro scrittura. Penso in particolare a Nadia Terranova, ma anche a Nicola Attadio, l’immenso Riccardo Duranti, o Michele Mari. Tuttavia tra le iniziative organizzate in cima a tutte c’è il gruppo di lettura con cui ci siamo visti, nell’era pre-covid, tutti i lunedì per anni creando così un rapporto speciale che parte dalla lettura e ovviamente la trascende.
Ho notato che, oltre ad avere tantissimi libri, avete anche dischi e vinili. Qualcosa mi dice che, oltre alla letteratura, anche la musica è parte integrante di questo luogo meraviglioso. Ti va di parlarcene?
La musica è parte fondamentale del mio mondo. Quando ho aperto la libreria nella mia intenzione c’era, ed è ancora così, l’idea di mettere dentro tutto ciò che amo. Io propongo a La Porta Gialla tutto ciò che amo. Quindi anche una scelta di musica in cd e vinile ha trovato il suo posto naturale. Come forse, era inevitabile. Per la musica che propongo mi attengo allo stesso criterio con cui seleziono i libri: musica che non scade, non musica ‘del momento’, bensì musica che rimane a colpire il diapason interno dell’anima (per citare il mitico Ferlinghetti). Musica, poesia, letteratura, arte che colpisce il diapason e continua a risuonare dentro chi ne fa esperienza.
Quale è l’aspetto del tuo mestiere che ami di più?
A quasi sette anni compiuti di libreria devo dire che l’aspetto che amo di più è il rapporto umano che si crea tra le mura della Porta Gialla. L’ho costruita io, centimetro su centimetro, e sono di parte, ma spero si noti sempre e subito appena entrati: La Porta Gialla non è un negozio, è un luogo di relazioni tra esseri umani, e tra gli esseri umani e l’arte (non solo la letteratura), in un continuo, proficuo scambio di mutuo soccorso in questi tempi difficili e in qualunque altro tempo.
Concludiamo la nostra intervista segnalandovi il Festival del Divenire, una manifestazione letteraria alla sua prima edizione, organizzata da La Casa delle Culture e dell’Arte di Tivoli e la libreria indipendente La Porta Gialla a Tivoli dal 25 Giugno all’11 Luglio 2021.