La percezione della realtà e il coraggio del singolo per riuscire a scoprirsi
Avere la forza di scoprirsi, per mettersi a nudo di fronte a se stessi e agli altri è “mostrare la propria pelle”; ci vuole molto coraggio. Inoltre capire quale sia quel momento in cui si è arrivati alla conoscenza più profonda di se stessi è un passaggio delicato, spesso non facile e che ancora più spesso carico di difficoltà su più livelli. Mettersi a nudo, scoprirsi, togliersi di dosso ogni tipo di stereotipo, categoria mentale predefinita da confini precisi e rigidi è un lavoro complicato. La realtà, un dato che Kant ritiene soggettivo, da questi viene definito come risultato di un filtro giustapposto dal singolo, attraverso cui predominano strutture mentali preconcette. Da qui il filosofo Schopenhauer riprende tale idea, attribuendo alla realtà una natura menzognera, indicando come tale un prodotto derivante dalla coscienza dell’individuo. Schopenhauer lo chiama Velo di Maya quello che si interpone tra l’Io e il mondo esterno; la domanda è quindi, come fare per uscire fuori dalla rappresentazione fenomenica che ognuno apporta alla realtà? Ossia, come fare per riuscire a spogliare la realtà di ogni preconcetto e lasciare che ognuno possa coraggiosamente scoprirsi per mostrare la vera parte di se stessi in una sorta di rinascita e metamorfosi.
Scoprirsi attraverso la scrittura
Il tema del mese di giugno è per l’appunto “scoprirsi”; in quanto l’intento è riflettere su come provare a mostrare il mondo che ognuno porta dentro e a volte raramente mostra fuori. Abbiamo delineato un percorso letterario alla scoperta del mondo del sé e del conseguente e correlato mondo dell’altro. Deborah Cherchi racconta del romanzo “Una donna” di Rina Faccio, meglio nota come Sibilla Aleramo, che in questo libro racconta la sua terribile storia. Deborah sottolinea il graduale percorso della protagonista che la porta a scoprirsi, svelando il suo dolore poco a poco. Viene analizzato il travagliato rapporto madre-figlia e l’archetipo a cui esso appartiene.
Exuvia di Caparezza
Egle Santonocito ci racconta dell’ultimo album di Caparezza “Exuvia” che racconta della scoperta da parte del cantante stesso di una nuova parte di sé. Il titolo della canzone, nome anche dell’album, deriva dal termine zoologico con cui si indica ciò che resta della muta degli animali. Egle racconta di come in questo brano Caperazza abbia deciso di scoprirsi, mostrando a tutti un processo di fuoriuscita dal sé.
Primo Levi, Se questo è un uomo
Isabella Amicuzi riporta la testimonianza di Primo Levi in “Se questo è un uomo”, un romanzo in cui a venire fuori ed emergere sono le atrocità vissute in uno dei periodi più tristi della storia moderna. Primo Levi è stato testimone e per questo ha voluto rivelare al mondo quanto accaduto nel campo di concentramento di Auschwitz. Infatti tra il ’45 e il ’47 trascrive parte dell’esperienza in quello che oggi è uno dei suoi libri più noti. Tuttora leggere questo romanzo è un insegnamento, per non dimenticare e per ricordare che la propria identità è qualcosa che deve essere sempre tutelata.
Exortodossa dal romanzo/memoir alla serie Unhortodox
Simona Ciavolella porta come esempio chi ha saputo uscire farsi coraggio, per uscire dalla propria realtà e provare a mettersi allo scoperto. Nel romanzo “Exortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici” l’autrice, Deborah Feldman, racconta di una donna che scappa e vuole allontanarsi dalle proprie radici chassisiche; vuole allontanarsi dalla comunità Satmar di Williamsbur che l’ha resa succube e non più libera. Questo articolo è un percorso a ritroso verso la conoscenza della propria identità, un lento processo per uscire e scoprirsi.
Queste sono alcune delle proposte del mese sul tema “scoprirsi” e poter così raccontare una nuova parte di sé. Sul sito ogni altro articolo rimane a disposizione per una riflessione approfondita sul tema.
