Viaggiare nel tempo per ritrovare incipit e ispirazioni giuste per nuovi inizi
Quando si parla di letteratura gli inizi sono sempre fondamentali, perché sbagliare un inizio equivale a perdere l’attenzione e quindi l’interesse del lettore. Ma secondo voi gli incipit di grandi e famosi romanzi potrebbero essere ancora attuali? Proviamo un piccolo gioco per riflettere insieme. Ieri come oggi; un passato per ricordare e un presente come momento di riflessione, per provare ad avere un domani differente. A voi il primo incipit letterario molto famoso:
È cosa nota, e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.
A scrivere è l’apprezzata Jane Austen che in “Orgoglio e pregiudizio” riflette sulla condizione uomo-donna in una società antiquata. Ma è così antiquata la società di cui parla o siamo noi ad essere ancora arretrati? Era il 1813 del 28 gennaio quando questo libro ha fatto il suo ingresso nel mondo. Se potessimo immaginare di collocare questa frase nel 2021, dovremmo purtroppo convenire nell’ammettere che in realtà una tale affermazione non è in fine così fuori contesto. Lo scapolo, un solido patrimonio, una moglie in agguato; chi saprebbe nominare qualche personaggio contemporaneo di sì fatta pasta?!
Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse.
Questo è l’incipit di un libro, Fahrenheit 451, amato per la sua visione distopica. È un romanzo fantascientifico scritto da Ray Bradbury, un libro in cui i libri bruciano, la libertà di pensiero e di parola è violata e il futuro è incerto. Il controllo della società, imposizione di un consumo di massa, apparire anziché essere. Bene, ora se non si sapesse che queste sono le tematiche affrontate in un testo del 1953, si potrebbe catalogarle come argomenti centrali di un articolo politicheggiante di un tempo molto più vicino. Un incipit incisivo, che rimane impresso e che dà il via a riflessioni non così lontane da noi dopotutto.
Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione.
Qui le parole segnano un’epoca ben precisa; un libro questo, “Racconto di due città” romanzo storico scritto da Charles Dickens e datato 1859, dove l’autore racconta in realtà del periodo della Rivoluzione Francese e del Regime del Terrore. Ad oggi queste parole come potrebbero risuonare in un contesto così lontano negli anni? L’opera riflette su temi cari a Dickens, violenza, povertà, oppressione, sacrificio, redenzione. Il tema del dualismo pervade l’opera ma siamo sicuri che sia così superato nella mente e nell’animo dell’uomo contemporaneo? Il mondo contemporaneo ha forse bisogno di ricordare più spesso ciò che è stato scritto in epoche e su epoche passate, per non rimanere stupiti da fatti di cronaca.
Editoriale
Valeria Magini