Il concetto di caduta e il suo valore decisivo all’interno del processo storico
La caduta dell’Impero romano, di Napoleone, del muro di Berlino. Quello di caduta è un concetto ricorrente nei manuali di storia: un momento decisivo che segna la fine di un assetto politico e l’inizio di uno nuovo. È un evento che accade in un hic et nunc ben preciso che riassume l’andamento della storia, ovvero l’alternanza di sistemi di potere che si instaurano l’uno dopo il tramonto dell’altro. Tale evento è storico, dunque singolare, e affonda le sue radici nella concretezza della realtà. Realtà che nell’evento viene lacerata in un prima e un dopo; in ciò che è stato e in ciò che da ora (per cambiamenti politici, culturali, economici…) non potrà più essere.
Ogni caduta (nel senso di cessazione dell’esercizio di un potere politico) porta con sé violenza, morte, mobilitazioni di intenti, lotte personali e collettive, caos e vittorie. Questo impegno ideologico e fisico si coagula nel tempo (mesi, anni, secoli) e getta le basi per le battaglie del domani, rendendo la caduta un evento storicamente determinato che trova i suoi presupposti nel passato.
Enzo Traverso: la guerra civile europea
Lo storico Enzo Traverso analizza il concetto di guerra civile europea nel suo libro “A ferro e fuoco” (2007). Questo concetto si riferisce a un ciclo nel quale una catena di eventi catastrofici – crisi, conflitti, guerre, rivoluzioni – condensa un mutamente storico le cui premesse si sono accumulate, nella lunga durata, nel corso del secolo precedente. In particolare, Traverso parla di guerra civile europea riferendosi all’intreccio di guerre totali e guerre civili che segna la continuità dell’epoca tra il 1914 e il 1945.
Circoscritta da due guerre totali, la guerra civile europea del XX secolo è fatta anche da una moltitudine di guerre civili nazionali o regionali: prima il periodo che si apre con la rivoluzione russa del 1917; poi la guerra civile spagnola, che condensa in un solo paese una serie di conflitti di portata continentale; infine la Seconda guerra mondiale, che genera a sua volta una catena di guerre civili. Traverso sottolinea come questi eventi siano fortemente legati agli avvenimenti dei secoli precedenti. Rintraccia infatti nella guerra dei Trent’anni (1618-1648) e, a un secolo e mezzo di distanza, nella Rivoluzione francese (1789-1815), due antenati che hanno accumulato una serie di premesse storiche che hanno portato alla guerra civile europea del XX secolo.
Walter Benjamin: l’angelo della storia
Nelle sue Tesi sulla Filosofia della Storia, il filosofo tedesco Walter Benjamin commenta un quadro di Paul Klee, L’Angelus Novus. Siamo nel 1940 e Benjamin si trova a riflettere sulle rovine dell’Europa devastata dal nazifascismo e dalla Guerra Mondiale. Il quadro rappresenta la figura stilizzata di un angelo con le ali spiegate, che volge però il volto e lo sguardo indietro. Secondo Benjamin, questo è l’angelo della storia: con gli occhi rivolti alla memoria del passato e le ali aperte, come trascinate da un vento tempestoso e inarrestabile verso il futuro. Ed è così che nel procedere verso il futuro l’angelo non può fare a meno di guardare al passato, facendosi carico di una responsabilità: essere il portavoce di tutte quelle persone il cui grido è stato soffocato dalla storia, messo a tacere. Restituendo giustizia ai vinti, agli oppressi, prestando il suo corpo e la sua voce ai loro corpi e alle loro voci. Questa è l’unica dimensione etica possibile del presente.
Angelus Novus
“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che gli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.”