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La tragedia romana e il gusto per l’orrido

Le origini della tragedia e la novità tutta romana

Il genere teatrale della tragedia, come è dato sapersi, prende le mosse in Grecia. I romani ripresero il genere attenendosi in gran parte al modello greco, ma rinnovandolo dall’interno. Questi mantennero la divisione dell’opera in cinque atti e alcuni topoi tradizionali; distinsero inoltre tra: fabula cothurnata e praetextae. La prima di temi e ambientazioni greche, la seconda di contenuti e luoghi romani (i “cothurni”, infatti, erano calzari indossati dagli attori greci; mentre la “toga praetexta” era l’abito distintivo dei magistrati romani) . Un’aggiunta di particolare originalità, propriamente romana, è l’attenzione ai dettagli più macabri e cruenti della narrazione. Questo sottolinea un gusto per l’orrido che sarà tipico di una larga parte della produzione romana, non solamente tragica.

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maschera della tragedia romana (Crediti immagine: www.capitolivm.it )

Le tetre tragedie di Seneca

Tra i tragediografi romani più famosi ricordiamo certamente Seneca. Del filosofo stoico ci sono pervenute nove tragedie del genere della cothuranta e un’unica superstite di praetextaOctavia (di dubbia attribuzione). Un’ipotesi è che le tragedie di Seneca fossero destinate soprattutto alla lettura; questo non toglie che potessero comunque essere rappresentate in scena, vista la macchinosità e la spettacolarità di alcune scene. Le vicende narrate si configurano come lo scontro fra la ragione e la passione in una realtà dai toni cupi e atroci. Di una figura in particolare Seneca fa risaltare i tratti più orridi; parliamo del tiranno sanguinario e bramoso di potere. Nelle tragedie la virtù, il bene, la giustizia, sono irrisi e calpestati. Non c’è orrore, sevizia, mutilazione o crimine di sangue che non sia illustrato con agghiacciante compiacimento. I personaggi sono privi di scrupoli e le atmosfere sono tetre, riflesso degli orrori narrati.

Il Tieste, una tragedia tra fratelli

Tra le tragedie di Seneca riportiamo qui il Tieste, sicuramente una delle opere più pregne di aspetti macabri. La storia tratta di due fratelli in combutta fra di loro: Tieste ed Atreo. Atreo, infatti, ha portato via al fratello sia il potere che la moglie. Tieste, colto dal furor, architetta una vendetta ai danni del fratello invitandolo a cena e fingendo un ricongiungimento. In verità si tratta di una trappola per far uccidere i figli di Atreo e cucinarli. Atreo, soltanto dopo l’ultima portata, viene a conoscenza della tragica realtà dei fatti. Tieste, infatti, chiama i propri servitori e presenta ad Atreo la pietanza finale: le teste dei suoi figli ben preparate su un vassoio.

Lucano e la mostruosità della guerra civile

Un altro autore classico s’ispirò al lavoro di Seneca: Lucano. Egli, nel suo Bellum civile – narrando la guerra tra Cesare e Pompeo – non tralasciò di raccontare i dettagli più inquietanti. Descrisse, infatti, con audace veemenza la morte e il sangue sparso sul campo di battaglia. La descrizione dei cadaveri è fatta con cura e le ambientazioni riportate sono oscure; particolare attenzione è rivolta alla macabra narrazione della discesa agli inferi, uno dei punti salienti della vicenda. Un altro aspetto che accomuna i due autori è la presenza di personaggi controversi e portatori di mali insolubili. Cesare è descritto come un tiranno senza scrupoli e Pompeo come un anziano ombra di sé stesso. Il ricorso all’orrido qui viene fatto per esemplificare la mostruosità della guerra tra concittadini e il decadimento del mos maiorum, tanto cari ai latini.

Dai romani ai giorni d’oggi

Grazie agli studiosi sappiamo che tra il ‘500 e il ‘700, la lettura di questi testi era assai diffusa, soprattutto in Inghilterra. Lo studio di queste opere era considerato fondamentale per la formazione di un uomo di cultura. L’amore per il periodo classico, proprio dei giovani di buona famiglia inglesi, è dimostrato dai Grand Tour in Italia. Il gusto per questi dettagli orridi e macabri, infatti, si riscontra nel teatro elisabettiano, per poi arrivare al romanzo gotico settecentesco. Quest’ultimo rappresenta la fonte di ispirazione per la tradizione letteraria, teatrale e cinematografica successiva. È possibile riscontrare, infatti, elementi comuni anche nel noir americano, nella letteratura pulp ad esso contemporanea e in alcune opere cinematografiche dei nostri giorni.

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