La ripresa del gotico nel Romanticismo e l’arte onirica di H. Füssli
Durante il romanticismo il termine gotico perde quel suo connotato strettamente legato alla storia dell’arte, e diventa un termine vago, ampio per indicare “cose medievali”. La ripresa del medioevo, dunque, si connota di valenze politiche e nazionaliste. Contemporaneamente, però, si diffonde un gusto macabro e per la parte oscura della vita e dell’animo umano. C’è interesse per il mondo dei sogni, soprattutto per gli incubi. Nasce in questo periodo la letteratura “nera” e torna l’interesse per la superstizione. Tutti questi aspetti si concretizzano nella pittura di alcuni artisti, che scelgono di prediligere le tenebre alla luce, le figure oscure e contorte, ai ritratti convenzionali. Tra i tanti spicca il pittore svizzero Johann Heinrich Füssli.
Heinrich Füssli, un artista controverso
Johann Heinrich Füssli, letterato e pittore svizzero, esercitò la sua attività principalmente in Gran Bretagna, dove è comunemente conosciuto come Henry Fuseli. L’originalità dello stile pittorico di Füssli deriva dalla sua formazione di autodidatta, in grado di agire al di là delle mode del momento. Alle prime opere tipicamente neoclassiche, contraddistinte dalla purezza di forma e perfezione anatomica, seguirono tele dominate da ombre sinistre, spazi cupi e colori improbabili. L’intera produzione grafica füssliana nasce dall’immaginazione, dove tutto può accadere e tutto è lecito. Il bizzarro, il macabro e il mistero erano tratti caratteristici dell’animo e della pittura di Füssli. l’artista seppe creare con rara potenza espressiva immagini oniriche e allucinanti. Gli aspetti surrealistici lo resero, per molti, precursore del simbolismo.
L’Incubo di Füssli
I dipinti di Johann Heinrich Füssli, come L’incubo, sono stati creati grazie alle conoscenze che l’artista aveva circa la pittura medievale nordica. In questi dipinti l’artista trovò ispirazione per dipingere i demoni e le creature fantastiche. Nell’incubo in primo piano, distesa su di un letto, giace una donna dormiente con una posa scomposta, volutamente esagerata. Il suo corpo abbandonato presenta la testa reclinata verso il basso e le braccia pendenti verso il pavimento. Sul suo petto della donna, siede accovacciato un mostro, il quale guarda dritto verso di noi. Sullo sfondo, da dietro un telo appeso, emerge la testa di una cavalla nera dagli occhi bianchi. Il volto della donna è perso nell’incubo notturno e ha un’espressione vagamente inquieta.
Analisi dell’opera
Molto probabilmente la tela fu ispirata da esperienze di sogni ad occhi aperti sperimentate da Füssli stesso. Ispirazione di riferimento è la mitologia germanica; la quale raccontava di demoni e streghe che soggiogavano i dormienti. Gli uomini di queste fiabe ricevevano soventemente la visita notturna di vecchie cavalle e megere; le donne, invece, raccontavano di incubi durante i quali intrattenevano rapporti sessuali col diavolo stesso. La presenza della cavalla spettrale nel dipinto è infatti giustificata dall’etimologia del termine inglese nightmare (incubo), parola formata dall’unione di night (notte) e mare (cavallina). Un’altra teoria, altrettanto accreditata, prevede che mare non si riferisca all’equino, bensì derivi da mara; termine desunto dalla mitologia scandinava, il quale si riferiva ad uno spirito mandato a tormentare i dormienti. La donna è in preda ad una paralisi del sonno e le sensazioni da essa provate sono materializzate nel demone, come la pesantezza del torace e il terrore.
Una diversa interpretazione
L’opera, al momento della sua esibizione, destò molto scalpore per la sua tematica sessuale. L’insistenza sull’erotismo è riconducibile alle circostanze biografiche dell’autore. Un anno prima della stesura dell’Incubo, Füssli si invaghì perdutamente di una donna zurighese. Quest’ultima, però, rifiutò la proposta di matrimonio dell’artista. L’incubo, quindi, può essere visto come una rappresentazione personale del lato erotico di un amore ormai perduto.