L’ultimo romanzo dell’autore
“La luna e i falò” è l’ultimo romanzo di Cesare Pavese (1908–1950), scritto tra il 18 settembre e il 9 novembre del 1949 e pubblicato da Einaudi nel 1950, pochi mesi prima del suicidio dello scrittore. Questo romanzo racconta la storia di un ritorno a casa: il protagonista infatti, torna nel suo paese natale dopo aver trascorso molti anni a lavorare in America. La storia è raccontata in prima persona dall’io narrante, il cui soprannome è Anguilla che entra in relazione con molti altri personaggi del racconto.
La trama
La vicenda è ambientata subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Il protagonista è il quarantenne Anguilla che torna nelle colline delle Langhe, sua terra d’ origine, dopo essere emigrato in America per molti anni. Anguilla è un orfano che viene adottato da una famiglia di contadini che abitava a Santo Stefano Belbo, in Piemonte. Luogo dove nacque lo stesso Pavese. A tredici anni, dopo la morte di suo padre, si trasferisce nella Cascina della Mora per lavorare; e lì stringe amicizia con Silvia, Irene e Santina, le figlie del padrone. Successivamente, Anguilla, in occasione del servizio militare a Genova, entrerà in contatto con ambienti antifascisti. Emigrerà poi negli Stati Uniti dove farà fortuna. Spinto dalla nostalgia della sua terra natale e dal ricordo della vita in campagna tornerà a Santo Stefano Belbo.
Il ritorno
Il ritorno di Anguilla nel suo paese natale è un ritorno amaro: scopre che il mondo della sua memoria non esiste più. Nel podere dove è cresciuto, ora vive la famiglia di Valino, un mezzadro violento che sfoga la sua sofferenza dovuta a una vita di povertà sulla sua famiglia. Anguilla così, stringe amicizia con Cinto, il figlio zoppo di Valino. I due trascorrono molto tempo nelle campagne delle Langhe, rivivendo gli anni della loro infanzia e della loro adolescenza. I ricordi riaffiorano anche grazie alla figura di Nuto, un falegname che ha costituito un punto di riferimento per Anguilla. Nuto è un partigiano e racconta al protagonista tutti gli orrori vissuti durante la guerra contro i nazifascisti: un evento che ha cambiato radicalmente l’esistenza di ogni persona.
Quando la sua situazione economica precipita, Valino impazzisce e dopo un raptus di follia massacra tutta la sua famiglia, incendia il podere e infine si impicca. L’unico a salvarsi è Cinto che riesce a fuggire e a ripararsi da Anguilla. Successivamente Anguilla verrà a conoscenza di un altro terribile fatto riguardante le tre sorelle della Mora. Irene ha sposato un uomo violento. Silvia è morta di parto dopo una relazione adulterina e Santina, la ragazza di cui era segretamente innamorato da giovane è morta. Santina era stata l’amante di molti fascisti e si era infiltrata tra le fila dei partigiani come spia. Dopo essere stata scoperta, fu giustiziata e il suo corpo fu dato alle fiamme. Quando si è reso conto che niente era più come prima, Anguilla decide di lasciare definitivamente Santo Stefano Belbo e affida Cinto a Nuto.
La struttura del romanzo
“La luna e i falò” è diviso in trentadue brevi capitoli. La narrazione procede attraverso eventi sparsi, non ordinati cronologicamente in cui il presente e il passato si accavallano di continuo. Questa struttura da un lato sottolinea l’importanza del ruolo della memoria e dall’altro la trasfigurazione del ricordo stesso in un simbolo. Infatti, nel romanzo è lo stesso Anguilla a raccontare il proprio ritorno a casa sulla scia dell’evocazione dei simboli dell’infanzia. Questa per Pavese è un’opera riassuntiva che ricompone la sua esperienza umana ed esistenziale.
Bibliografia
Ferroni, “Letteratura italiana contemporanea”