A sud dell’inferno-enigma in quattro quadri
Un enigma da risolvere. Quattro quadri dipinti da una simbiosi perfetta tra stilistica e retorica. Giovanardi offre un affresco originale, in quattro periodi diversi di una vita vissuta, a sud dell’inferno, da Umberto Albani. Un protagonista perdente e disilluso, disperso nella sua stessa vita. Umberto Albani trascorre dieci anni rinchiuso in una prigione, in quel mondo di mezzo, tra la speranza e la disperazione. Nessun contatto con l’esterno se non attraverso la lettura. I libri negli anni hanno dato origine a false credenze e fantasie. L’espiazione risulta essere, in questo romanzo, la fine di un’esistenza.
La struttura del romanzo
Decodificare il romanzo solamente con un termine che possa inscriverlo in quel determinato “genere letterario” causerebbe una generalizzazione che non denota l’originalità dell’autore. La struttura del romanzo è legata ai canoni di una tragicommedia teatrale, in quattro atti, autonomi e un po’ grotteschi a tratti anche fiabeschi. Il romanzo si muove tra il romanzo esistenziale, quello psicologico e d’avventura. Fabula e intreccio non coincidono e la storia inizia quando, quasi tutto, è già successo. La voce esterna del narratore, un nuovo Virgilio, guida il lettore a tessere l’atemporalità della narrazione. L’elemento comico è ben inserito nel contesto della trama per assottigliare, forse, quella modellatura di romanzo thriller che lo renderebbe monocromatico.
Stile e linguaggio in A sud dell’inferno
Claudio Giovanardi è riuscito a sovrapporre intonazioni diverse e distanti di un linguaggio, che, naviga fra le sponde della letteratura classica quando si descrive o si tracciano delle conclusioni esplicite dei fatti, e le sponde di una letteratura contemporanea quando, gli stessi personaggi, attuano all’interno del romanzo. Questa giustapposizione di differenti registri linguistici, offre al lettore la visione di una forma di dialettica alternativa e di una scrittura duttile. La singolarità dell’autore passa anche nei segni di punteggiatura, che in alcuni casi, scarseggiano. È genuina la scelta di non scrivere i dialoghi con ordine e soprattutto senza distinguere chi, fra i vari personaggi, stia parlando. La cosa che li distingue sono le particolari scelte geolinguistiche. Il piacere delle descrizioni rese mostrano al lettore la messinscena grazie alle parole.
Claudio Giovanardi
Claudio Giovanardi è nato e vive a Roma. È professore ordinario di Linguistica italiana e Storia della lingua italiana presso l’Università Roma Tre. È socio ordinario dell’Accademia dell’Arcadia e dell’Istituto di Studi Romani. Ha pubblicato il romanzo Mamma ricordi (Manni 2013) e la raccolta di racconti Tutto così regolare tutto così prevedibile (Manni 2015), con La Lepre Edizioni ha pubblicato A mezz’ora e trenta giorni dalla fine (2016) e A sud dell’inferno. Enigma in quattro quadri (2021).