Il nuovo progetto espositivo dell’artista visiva a Roma
Dal 7 maggio al 30 giugno l’Avos Project ospita, nella sua sede in Via del Corso, 4 (Roma) il nuovo progetto espositivo La Natura Umana, dell’artista visiva Keziat, in collaborazione con Violipiano Visual. A partire dall’inaugurazione di sabato 7 maggio, è possibile visitare la mostra a ingresso libero. La Natura Umana è un racconto visivo e visionario in cui l’artista espone opere su carta e tela realizzate con delle semplici penne biro, video installazioni e disegni in sequenza su carta di giornale.
Kezia Terracciano, in arte Keziat
Artista originale ed eclettica, Kezia Terracciano, in arte Keziat, nasce nel 1973 a San Severo (Puglia) e vive a Roma. Nel 2006 inizia a collaborare con la Violipiano Visual del musicista e produttore Luca Ciarla, realizzando performance interdisciplinari di musica, danza, teatro e arti visive. Suo è il progetto Visionaria, che prende corpo nel 2009 con una serie di disegni realizzati a penna su grandi superfici di carta e tela e nel 2012 diventa un progetto espositivo internazionale. Ora è a Roma con un percorso d’esposizione altrettanto ambizioso, La Natura Umana.
Essendo fondamentalmente una sognatrice mi lascio ispirare dalla fuga dalla realtà, partendo dalla vita reale ma trasfigurandola e mostrandone i suoi lati nascosti. Il mio processo creativo prende avvio da una storia personale o da una visione più estesa del mondo che vorrei mostrare attraverso il segno istintivo delle penne. […]
Keziat
La Natura Umana di Keziat
Durante la mostra seguiamo un percorso misterioso lungo i sentieri dell’immaginazione che si mescola alla realtà per condurre il visitatore in un viaggio originale e ammaliante. Si va oltre il consueto e ci si tuffa nella singolarità, nella difformità e originalità. Si susseguono personaggi polimorfi e assurdi, personificazioni dei nostri sogni o incubi notturni, in un turbinio di inchiostro a colori. L’artista ci rivela che proprio da qui nasce l’utilizzo della carta dei giornali come base per i suoi disegni:
Immaginando di poter cancellare un fatto di cronaca trasformandolo in un sogno strampalato affiorano immagini di donne senza braccia che fluttuano nell’aria, di madri forti e protettive, di un mondo dell’infanzia mai dimenticato, di figure invisibili che si percepiscono appena, di animali antropomorfi in cerca di una loro identità. […]
Lo strumento magico della biro
La realtà visionaria di Keziat ci trasporta nella sfera dell’assurdo con lo strumento magico della biro, nell’irrazionalità del tangibile e lontani da soluzioni logiche. L’intera mostra è un viaggio in volo che sembra correre veloce attraverso personaggi ed elementi comuni che ci portano fin sull’abisso dell’ignoto.
In eterna ricerca di leggerezza infantile, l’artista traccia un tempo e uno spazio immaginari in cui caos e mondo dell’assurdo coincidono e convivono, in una vertigine precaria e destabilizzante. Tra cambi di scena immediati e sovrapposti, gli elementi fantastici e originali che scaturiscono dalla penna di Keziat ci travolgono e ci trovano, come in un nascondino della nostra infanzia, quando pensiamo di esserci ben nascosti dagli occhi attenti che ci cercano.
È come se il fanciullino che c’è in Keziat abbia trovato la strada per riemergere e mostrare a tutti la bellezza della fantasia e dell’innocenza.
Amalia di Lanno
2022 e Talking about me
In 2022, l’artista ci rivela una visione di realtà alienante, la sofferenza personale di un anno difficile dovuto all’inevitabile isolamento pandemico e i suoi ben noti strascichi. Dalla porta, un manto infinito di notte stellata irrompe prepotentemente, quasi a indicarci la strada di una speranza possibile. Dietro il tronco di un albero, un figuro impaurito fa capolino, titubante e timoroso ma traboccante di curiosità per un futuro migliore. In Talking about me, 2019, sembra quasi avvenire un’animalizzazione del soggetto in primo piano, come in un esperpento di Valle Inclán, nel riflesso di quei famosi specchi concavi che rendevano grottesca la realtà di chi vi si affacciava. La donna-giraffa esce sinuosamente dalla scatola-rifugio per adattarsi alle vicissitudini della vita, senza però spegnere il suo sorriso fanciullesco e spensierato.
L’opera di Keziat esplora, con il linguaggio del sogno, gli abissi insondati dell’inconscio, facendo emergere lo straniamento esistenziale che sigla la vita spaesata di ciascuno di noi, travolto dal cambiamento accelerato della contemporaneità, dimostrando l’inadeguatezza delle regole geometriche, incapaci di dominare la fluidità polimorfa e metamorfica dell’immaginazione.
Manuela Marinelli