“La mia esperienza alla TheSIGN Academy di Firenze”
Per ogni sogno esiste una via attraverso cui realizzarlo. La TheSIGN Academy di Firenze sembra proprio un posto in cui potresti trovare quella via. Al suo interno offre corsi di disegno, narrazione, sceneggiatura, fotografia… Chi desidera lavorare nel settore delle arti visive troverà pane per i suoi denti. Nella nostra intervista, Michela Bruno, fumettista diplomata all’interno dell’Academy, ci racconta la sua esperienza. Michela – in arte Mika – è stata recentemente pubblicata dalla casa editrice Tora Edizioni, con la graphic novel “Attraverso i tuoi occhi“, di cui ha curato le illustrazioni, e adesso lavora a propri progetti editoriali. Potete trovare la nostra recensione di “Attraverso i tuoi occhi”: qui.
Sappiamo che iniziare un percorso formativo dedicato all’arte non è mai una scelta semplice o “raccomandata dai più”. Che cosa ti ha dato il coraggio?
Questa scelta non è stata facile. Io ho cominciato a disegnare fumetti da piccolissima, quindi è una passione che mi accompagna da sempre. Ho cominciato a leggerli quando frequentavo le scuole elementari. Seguire le proprie passioni vuol dire anche lottare per le proprie scelte: inizialmente mi ero iscritta al Liceo Scientifico, ma sapevo che la mia strada doveva essere un’altra. Tanto ho lottato, che alla fine ho potuto chiedere il trasferimento per il Liceo Artistico. Dopo il liceo, tutti ovviamente mi consigliarono di andare all’università. Ancora una volta la mia passione si è imposta su tutto il resto: ho fatto le valigie e mi sono trasferita a Firenze.
Non basta avere solo la passione: la scelta di crescere attraverso un’Accademia non è da sottovalutare. Perché?
L’Accademia ti aiuta a capire come funziona il disegno, in maniera pratica. Ti insegnano cose che, se non le impari in un luogo del genere, impiegheresti il triplo del tempo da autodidatta. Magari arriveresti allo stesso punto, se già c’è un talento naturale, ma la presenza di insegnanti che ti spiegano come funziona quel mondo è qualcosa di fondamentale per la crescita del tuo lavoro.
A proposito del rapporto con gli insegnanti… Come funziona?
L’Accademia è privata: le classi sono composte da poche persone, noi eravamo una ventina in totale. L’insegnante ti segue passo passo e resta lì accanto a te durante il tuo processo di maturazione. Sono insegnanti che hanno tanti anni di esperienza alle spalle: ti insegnano i trucchi del mestiere, cose che da solo non potresti mai sapere. Ascoltandoli parlare delle loro esperienze, puoi trarne consigli per il tuo futuro nel settore. In più, sono costantemente invitati altri artisti, editori, ecc.
Come ti hanno aiutato nella costruzione del tuo lavoro?
L’Accademia dura tre anni. Nei primi anni ti introducono a vari stili di fumetto (americano, francese, ecc.): per ogni stile hai il compito di utilizzare i suoi schemi e la sua narrazione per la realizzazione di un progetto. Questo, in maniera del tutto naturale, forma in te un bagaglio. L’ultimo anno per me è stato fondamentale, perché è quello in cui ho trovato il mio stile personale. Ci hanno assegnato un progetto in cui siamo stati più liberi di sperimentare, e tramite quello sono arrivata al mio stile attuale.
Il tuo stile – con il suo tratto morbido e le forme che possiedono una loro linea particolare – è molto riconoscibile: come è nato?
Io sono arrivata all’Accademia senza stile. Lo cambiavo in continuazione, in maniera confusa. Questo non deve spaventare: in classe eravamo tutti così. Per me il processo è stato strano: ho cominciato disegnando supereroi; poi mi sono lasciata influenzare dallo stile di Bonelli. Alla fine, mi sono obbligata a realizzare qualcosa che non avevo mai fatto, con uno stile mai visto e mai utilizzato: ho visto che ha funzionato e l’ho fatto mio. A volte bisogna forzarsi a valicare i propri limiti e le proprie abitudini, non soltanto nel proprio lavoro ma anche nell’approccio al lavoro altrui: ho cominciato a leggere graphic novel che non avevo mai letto, ecc.
Prima andavo alla ricerca dei dettagli. Adesso voglio esprimermi in altri modi, ricerco la semplicità.
Cosa consigli all’aspirante fumettista del futuro?
Se ci credi, devi almeno provarci. Sembra scontato, ma non tutti hanno il coraggio di investire nei propri sogni, spesso perché si pensa di restare con poco, dopo. Ma provare non costa nulla. Io, come tutti, mi sono sentita spaurita alla fine dell’Accademia: e adesso cosa faccio?, ho pensato. Ma piano piano, ho cominciato ad ottenere qualcosa di concreto, e adesso ho tra le mani la mia prima graphic novel pubblicata e un nuovo progetto in divenire. Crederci, provarci… Ne è valsa la pena.