Troppo facile amarti in vacanza, una graphic novel straordinaria di Giacomo Keison Bevilacqua
Appena girata l’ultima pagina di Troppo facile amarti in vacanza di Giacomo Keison Bevilacqua ho avuto bisogno di riflettere per due minuti, capire, mettere a fuoco quello che era successo. Trascorsi i due minuti il bisogno è stato quello di scrivere, non per dire qualcosa a qualcuno ma perché scrivere è un modo più ordinato di pensare, l’unico modo per fare ordine nel tumulto interiore che alle volte certe esperienze causano, anche e soprattutto esperienze di lettura.
Un mondo distopico
Il titolo enigmatico fa presagire una storia d’amore, che c’è, ma che forse non è la cosa più interessante dell’intera opera, anche se ne regge le fila. Giacomo Bevilacqua ci guida alla scoperta di un’Italia post-apocalittica e distopica, in un mondo distrutto da nord a sud che, per certi versi, assomiglia molto all’Italia di oggi e, per molti altri, al mondo intero. Un mondo dove la compassione, il rispetto e la fratellanza tra gli uomini sono un vago ricordo.
Troppo facile amarti in vacanza
Linda e Follia, suo compagno di viaggio a quattro zampe, partono da Roma a piedi alla volta del confine. Abbandonare questo paese disperato ed egoista sembra l’unica speranza. La narrazione principale, fatta di paesaggi desolati ed esseri gretti che incrociano la strada della protagonista, si intreccia con un’altra linea temporale, in cui compare Aman, dei momenti di pausa, riflessione ma soprattutto “vacanza”. Non dico di più.
L’italia dei sei peccati capitali
Il viaggio di Linda richiama alla memoria un famosissimo antenato letterario poiché ogni città attraversata dalla protagonista sembra un girone infernale. La differenza sostanziale con la Commedia è l’inconsapevolezza dei dannati, questi infatti sono creatori ciascuno del proprio inferno personale, un vero e proprio inferno in terra. I personaggi che incarnano sei peccati capitali sono chiusi in loro stessi, creatori di gabbie impossibili da sfuggire perché invisibili. Tali peccatori ci mostrano alcuni dei mali del nostro tempo e subiscono tutti una pena per contrappasso. Il settimo peccato, la rabbia, smette di essere tale e diventa forza propulsiva; la rabbia diviene mezzo fondamentale, guida per cambiare il mondo.
Uno stile delicatamente post-apocalittico
Il tratto della graphic novel affascina mostrando il suo forte legame con quello dei manga, rielaborato però in chiave personalissima. I colori pastello della copertina suggeriscono un’origine diversa da quella orientale, e proprio la scelta di questi colori, sempre delicati, all’interno dell’albo si accostano perfettamente con la volontà di mostrare un’Italia desolata dove tutto è immobile, calmo e vagamente inquietante. . Lo stile così peculiare e personale ci restituisce la nostra nazione in maniera, oserei dire, esotica che però conserva qualcosa di familiare. I paesaggi del Bel Paese suggestionano, sia per le prospettive che per la desolazione conferitagli da Bevilacqua; il Colosseo sommerso dalla vegetazione, palazzo della Signoria in decadenza, l’Emilia-Romagna sommersa dall’acqua. Queste vedute risultano fondamentali anche per la narrazione, composta più di atmosfere e silenzi che non di parole e azione.
Giacomo Keison Bevilacqua
Giacomo Keison Bevilacqua è un fumettista romano, classe 1983, creatore del personaggio “A panda piace” che lo ha reso noto al grande pubblico e gli vale un Premio Micheluzzi come miglior fumetto online. Ha esordito nel 2006 con Editoriale Aurea per la quale, nel 2012, ha creato Metamorphosis, fumetto Urban Fantasy successivamente edito da Panini. Nel 2016 pubblica Il suono del mondo a memoria, vincendo il “Premio lettori Feltrinelli” ai Gran Guinigi del Lucca Comics 2017. Successivamente pubblica la graphic novel Lavennder(2017) e la saga in sei volumi Attica(2019).
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