Il guinzaglio, il romanzo d’esordio di Giovanni Toscano per Fandango Libri
È in libreria dal 6 maggio Il guinzaglio, primo romanzo di Giovanni Toscano, edito Fandango Libri. Fresco di uscita il libro e fresco anche l’autore, classe 1996, che racconta questa storia mescolando costantemente leggerezza e malinconia, come solo a vent’anni si può fare. In un caldo pomeriggio estivo, un tuffo in piscina e l’incontro con una sconosciuta e la sua famiglia fuori dal comune risvegliano il protagonista dal torpore di tutti i suoi dubbi. Una parentesi per ricordare che “la gioventù è sconsiderata” – almeno ogni tanto – e che le relazioni non esistono per trattenerci come guinzagli.
Il guinzaglio: racconto di una serata estiva e rivoluzionaria
Michele è un ventiduenne appena rientrato nella sua città natale, Pisa, dopo aver trascorso gli ultimi anni da fuorisede per studiare in un’accademia di recitazione. Nel tipico clima di vacanze, Michele si sveglia tardi e non ha niente da fare. Quest’ozio per Michele non è rilassante, lo rende annoiato e malinconico, privo di qualsiasi motivazione.
È che più non faccio nulla, più mi sento stanco e non mi va di far nulla e allora guardo il cellulare. Quattro messaggi e due chiamate perse. Sono di Chiara.
Michele sta con Chiara da quasi tre anni, ma le cose ultimamente non è che vadano proprio bene. Lei è in un’altra città per uno stage, e questa distanza fa sentire ancora di più la sua gelosia e tutte le sue insicurezze. Un pomeriggio di luglio, Michele sta passeggiando nella campagna toscana con il suo cane, Ulisse. Poco dopo essere stato liberato dal guinzaglio, Ulisse si lancia verso un casolare che si presenta sulla loro strada e si tuffa nella piscina, dove una ragazza sta giocando con due bambini. Nell’imbarazzo, Michele si presenta a Léa, sua coetanea italo-francese in vacanza nella casa estiva di famiglia. Forse sarebbe esagerato dire che lui rimanga folgorato, ma poco ci manca.
La gioventù è così sconsiderata?
Non è difficile identificarsi con Michele, che non è un giovane sconsiderato e imprevidente. È uno che controlla sempre il meteo prima di uscire di casa, per valutare se portare o meno un ombrello. È uno che immagina spesso come dovevano essere i nonni alla sua età, e come sarà invece lui da vecchio. Non è difficile identificarsi con la sua voglia di spensieratezza mescolata con il timore di lasciarsi andare e rischiare di ferire qualcun altro. Il pensiero di Chiara scompare e poi riappare a frenarlo, «un po’ per amore, un po’ per correttezza, un po’ per paura di fare lo stronzo con chi ho capito essere così fragile». Come si fa a capire quando è più giusto separarsi, invece di restare insieme? Non è facile né a vent’anni né a cinquanta, come dimostrano i comportamenti e le riflessioni degli adulti con cui Michele si confronta a casa di Léa.
Ascolta, il rispetto è importante, il senso di colpa è una cazzata […]. Per fare del bene a una persona non esiste un modo solo.
I vent’anni e la fine di un amore
Michele, con Chiara, si sente come un elefante in una cristalleria, in costante pericolo di mandarla in frantumi. La fragilità e la sofferenza di lei tengono Michele legato, come ad un guinzaglio intessuto di senso di colpa. Resta fermo, incapace di prendere una decisione che continua a rimandare, bloccato da mille fattori. C’è la volontà di non arrendersi e rinunciare a una relazione di anni. La paura di ferire una persona che, anche se in maniera diversa, ancora si ama. La nostalgia e la consapevolezza del fatto che questa persona non farà più parte allo stesso modo della nostra vita e che sarà amata da qualcun altro. Come quando, in un trasloco, si deve accettare che la nostra casa sarà abitata da degli estranei. Ma le case sono fatte per essere abitate, e le persone per essere amate come si deve.
Un libro che sa di estate e nuovi inizi
Giovanni Toscano riesce a creare un’impressione convincente del senso di dubbio e di malinconia che, a volte, l’avere vent’anni e poche certezze sul futuro può dare. Allo stesso tempo, però, riesce anche a trasmettere la leggerezza e l’assurdità di certi incontri e di certe serate estive. Attraverso una scrittura scorrevole, le scene si susseguono in maniera dinamica, a tratti cinematografica. Le unità di spazio e tempo sono spezzate da continue incursioni dei ricordi con Chiara, che appare già nel passato. Più che attraverso uno stile descrittivo, Toscano costruisce atmosfere vivide e personalità autentiche ricorrendo a colonne sonore e dialoghi. Un libro che fa sentire il calore dell’estate e fa risvegliare un desiderio di nuovi incontri e lunghe serate a chiacchierare di tutto e niente.