Andrea De Franco è sicuramente un amante del caffè e in Ultima goccia, il suo romanzo a fumetti di Eris Edizioni, si capisce eccome. Una tazzina con sembianze umane, una goccia di caffè, questi i protagonisti del libro. Dalla prima pagina, fino all’ultima il lettore è invitato a riflettere su se stesso e sulle indecisioni, paure, preoccupazioni, incertezze che contraddistinguono l’uomo e il suo difficile percorso di crescita. Il racconto, che si presenta come molto scorrevole da leggere, è un fumetto in cui le emozioni e le fragilità del protagonista sono ben rappresentate dal disegno e dalla divisione in sequenze delle immagini. “Forse solo questo volevo. Far coincidere i confini del mio corpo con i limiti del mondo”, forse è questa la chiave con cui approcciarsi a questo testo.
Ultima goccia – Riflessioni e incertezze
Il protagonista di Andrea De Franco, un piccolo ometto con la testa a forma di tazzina di caffè, non riesce proprio a trovar pace. Lui vorrebbe solo andare a letto dopo essersi goduto una tazza di buon caffè ma non è così facile. Spesso infatti nel momento in cui si prende la decisione di rilassarsi, si viene assaliti dai dubbi e dalle incertezze. Si riflette e ci si pone domande; sono forse questi i momenti in cui ci si lascia travolgere di più dai propri pensieri e si ha come l’impressione di non riuscire a fare neanche la cosa più semplice.
Ultima goccia – Immagini e flusso di coscienza
Andrea De Franco, autore nato a Francavilla nell’89, con un gioco di B&N delinea i contorni decisi ma dal tratto tremolante di un personaggio che si confronta con gli altri e soprattutto con se stesso attraverso quello che può essere paragonato a un flusso di conoscenza. L’autore infatti in tutto il fumetto non spiega ma rappresenta con segni e parole lo scorrere di un pensiero. Tutto prende vita e in modo fluido, tutto muta, passando da una dimensione fisica a una metafisica senza intralci e senza porsi troppe domande. Geometrie nette, incroci astratti di linee e la scelta del bianco come “elemento” centrale: una sequenzialità che suscita la riflessione.
Tazzine in frantumi, liquidi che trasbordano da ogni recipiente, alberi che crescono in modo smisurato, personaggi umanoidi e una caffettiera da ricomporre. Chi sono si chiede la tazzina di Andrea De Franco; capirsi è un complesso percorso verso la conoscenza più profonda di se stessi ma quanto è difficile.