Recensione di Praecurrit fatum! Arrivare prima del destino, edito La Lepre Edizioni
Praecurrit fatum! Arrivare prima del destino inaugura la nuova collana di “idee controcorrente” firmata La Lepre Edizioni. Il volume – a cura di Marcantonio Lucidi e Alessandro Orlandi – raccoglie diversi contributi di umanisti e scienziati riguardo alcuni dei temi più discussi al giorno d’oggi. Emergenza climatica, crisi della democrazia, futuro dell’Europa, salute mentale, intelligenza artificiale, lavoro ed economia. Praecurrit fatum è stato fin dall’inizio il motto scelto dalla casa editrice per dichiarare la propria missione: proporre libri che – interpretando in maniera critica e inedita passato e presente – costruiscano una chiara visione di futuro e preparino i lettori al suo arrivo. Questo volume incarna perfettamente l’obiettivo, proponendosi di portare all’attenzione del vasto pubblico gli argomenti decisivi per l’avvenire del nostro pianeta e della nostra specie. Avviso al lettore: non si tratta di saggi introduttivi, ma di approfondimenti che richiedono di interfacciarsi con un linguaggio e degli elementi alle volte molto tecnici.
Emergenza climatica
Dagli inizi del Novecento, la temperatura media globale è aumentata di circa 1°. Negli ultimi 50 anni il tasso di aumento era di 0,13° per decennio, mentre negli ultimi 25 anni è arrivato a 0,25° per decennio. Tutti sappiamo ormai che la vita sulla Terra è garantita dall’effetto serra. La nostra atmosfera, comportandosi proprio come il vetro di una serra, lascia passare senza perdite le radiazioni luminose provenienti dal Sole, ma trattiene le radiazioni termiche di ritorno emesse dalla Terra. In questo modo, riesce a tenere il pianeta al caldo. Questo equilibrio si mantiene se restano costanti le concentrazioni dei gas serra nell’atmosfera. Ma la presenza di CO2 oggi è diventata troppo elevata a causa delle emissioni derivanti dall’attività umana.
È vero che il clima è sempre cambiato, e che l’evoluzione delle specie porta scritta in sé anche la storia dei cambiamenti climatici. Ciò che preoccupa, però, è l’intensificazione della variabilità climatica. L’adattamento a delle nuove condizioni climatiche richiede solitamente decine di migliaia di anni. Come sarà possibile – se sarà possibile – adattarsi ad un cambiamento così rapido come quello a cui stiamo assistendo? Esiste un’unica soluzione per arginare quest’emergenza climatica. Decostruire il paradigma dello sviluppo economico inteso come mera e illimitata crescita dello sviluppo industriale, e adottare – anche imporre, se necessario – dei modelli sostenibili a livello globale.
Tecnologia: amica o nemica?
Stiamo diventando più stupidi a causa della nostra dipendenza da smartphone e altri device tecnologici? Stiamo perdendo la nostra individualità in una società che ci vede sempre più omologati nelle nostre personalità e nei nostri desideri? Le intelligenze artificiali a breve ci ruberanno definitivamente il posto nel mondo del lavoro? A prescindere dal fatto che si condividano queste opinioni o le si ritengano solo delle paure infondate, è sempre giusto interrogarsi sull’impatto che le nuove tecnologie stanno avendo sul nostro modo di relazionarci con noi stessi e con gli altri, e di interpretare la società che ci circonda.
L’approccio – come ben sottolineano i curatori del volume – dovrebbe essere quello di evitare la sterilità di una critica demonizzante e distruttiva e, al contrario, di individuare e diffondere possibili soluzioni, in maniera costruttiva. Una rappresentazione perfetta di questo ideale l’ho ritrovata nell’intervista a Nicola Piovani – valore aggiunto davvero notevole – sul futuro dell’arte in rapporto all’evoluzione delle intelligenze artificiali. Le novità scientifiche ci portano a mettere in discussione noi stessi e le nostre premesse sul mondo, spesso considerate infallibili, invariabili ed imperiture. Se il ruolo della musica e dell’arte dev’essere quello di raccontare il presente, e se il presente nel futuro sarà sempre più artificiale, probabilmente i racconti più coerenti saranno quelli prodotti non dalle intelligenze naturali ma da quelle artificiali, che forse sapranno andare più lontano e più a fondo di noi nella conoscenza.
La soluzione è nell’Europa
Una delle convinzioni fondamentali di questo progetto – dichiarata con fermezza sia in apertura che in chiusura del libro – è che non sarà possibile fronteggiare queste sfide da soli. L’anno passato ci ha dimostrato che emergenze di una portata così travolgente non sono arginabili senza mettere in atto delle forme di cooperazione. Non si giungerà a dei risultati finché permarranno le chiusure sovraniste che stanno continuando invece a diffondersi. Bisogna capire che problemi condivisi necessitano di soluzioni condivise, portate avanti attraverso normative comuni – snelle ed efficaci – e istituzioni in grado di garantire il superamento degli interessi nazionali e tutelare il vantaggio generale.
Progetti futuri
Queste sono solo alcune delle riflessioni sollevate dagli autori all’interno del volume, ma ovviamente le sfide non finiscono qui. Ci sono ancora molte questioni altrettanto urgenti da considerare e altre soluzioni da immaginare. Il progetto Praecurrit Fatum continuerà a contribuire con le proprie pubblicazioni – la prossima, La versione di Remo. Controinformazione e fake news, è attesa per il 2022 – per tentare, se non di arrivare prima del destino, di farci trovare almeno pronti.