Uno sguardo verso quella sponda del fiume
Eduardo Hughes Galeano (Montevideo, 3 settembre 1940 – Montevideo, 13 aprile 2015) è autore di opere d’ampia diffusione internazionale, nelle quali si propone “violare allegramente le frontiere dei generi letterari”. Questa intensa raccolta, da cui è stato selezionate il testo sottostante, è intitolata Amares (antología de relatos) pubblicata nella prima edizione “El libro de Bolsillo” dall’Alianza Editoral, Madrid; nel 1993 ottenne un terzo, ed ultimo trattamento di stampa nel 1997. In questa antologia, preparata dall’autore stesso, vengono incluse varie opere narrative, partendo da Vagamundo (1973) a El libro de los abrazos (1989). Le pagine di questa breve ma intensa silloge personale compendia un’intingente quantità di testi in varie forme e colori. Nel frontespizio del libro compare il neologismo sincratico “AMAR A MARES” realizzato dal discostamento della vocale tematica -A. Il libro si apre con un aforisma, intitolato Los amantes, che recita Ellos son dos por error que la noche corrige (Loro sono due per uno sbaglio che la notte corregge).
La tercera orilla del río di Eduardo Galeano
La tercera orilla del río è composizione intima che ricalca i passi più importanti della vita di uno degli scrittori più importanti del Brasile: João Guimarães Rosa. Autore di Grande Sertão: Veredas e personaggio chiave della letteratura brasiliana, Guimarães Rosa morì nel 1967, 3 giorni dopo aver occupato il posto all’Accademia Brasileira de Letras. La sua fu vita circondata dalla creatività più assoluta, la sua opera più famosa ( il Grande Sertão) è stato tradotto in Italia da Edoardo Bizzarri.
A Guimarães Rosa, una gitana le había advertido: “Vas a mori cuando realices tu mayor ambición”. Cosa rara: con tantos dioses y demonios que este hombre contenía, era un caballero de lo más formal. Su mayor ambición consistía en que lo nombraran miembro de la Academia Brasileira de Letras. Cuando lo designaron, inventó excusas para postergar el ingreso. Inventó excusas durante años: la salud,el tiempo, un viaje… Hasta que decidió que había llegado la hora. Se realizó la solemne ceremonia y, en su discurso, Guimaraes Rosa dijo: “Las personas no mueren. Quedan encantadas”. Tres días después, un mediodía de domingo, su mujer lo encontró muerto cuando volvió de misa.
(Días y noches de amor y guerra)
La terza sponda del fiume
A Guimarães Rosa, una gitana lo aveva avvertito: “morirai quando realizzerai la tua maggiore ambizione”. Una cosa strana: con tanti dei e demoni che quest’uomo aveva, era un cavaliere solenne. La sua più grande ambizione consisteva nell’essere eletto membro della Academia Brasileira de Letras. Quando lo nominarono, cercò delle scuse per rimandare l’ingresso. Inventò scuse nel corso degli anni: la salute, il tempo, il viaggio… Fin quando si decise che fosse giunta l’ora. Si realizzò la solenne cerimonia e, nel suo discorso, Guimarães Rosa disse: “Le persone non muoiono. Rimangono incantate”. Tre giorni dopo, una domenica a mezzogiorno, sua moglie lo trovò morto quando tornò da messa.
A terçeira margem do Rio di João Guimarães Rosa
“A terçeira margem do rio” è il racconto ispiratore per Eduardo Galeano che parte da questo classico della letteratura brasiliana per scrivere il racconto di cui abbiamo appena parlato. Queto appartiene alla raccolta “Primeiras Estorias” composta da João Guimarães Rosa nel 1962. Questo venne tradotto per la prima volta in italiano con il titolo “L’immagine dell’allegria”, nelle traduzioni successive invece il titolo divenne “La terza sponda del fiume”. Protagonista del raccconto è una faamiglia che vive ai margini di un fiume; il padre, dal nulla, inizia a costruirsi una canoa. Una volta terminata la costruzione di questa piccola imbarcazione, e grazie anche all’incoraggiamento della famiglia, decide di utilizzarla come mezzo acquatico per raggiungere il centro della fiumana e rimanere fermi lì, nella terza sponda del fiume.
Un giorno, il figlio, chiede al padre di poter prendere il suo posto all’interno della canoa. Man mano che il padre si avvicina presso gli argini del fiume, il figlio inizia ad avvertire dentro di sé il freddo della paura che frena il suo istinto di prendere il posto del padre. Il racconto termina con l’abietto senso di colpa che affligge il figlio. La Canoa, essendo un elemento neutro, viene adottato da Guimarães Rosa come simbolo per rappresentare la terzietà del Brasile. Un paese distante sia dall’America sia dall’Europa ma che in realtà è tutti e due. Le vicende di questo racconti si ricollegano ad un episodio storico, la parabola del rapporto filiale tradito, avvenuto tra il padre, D. João IV, e il figlio, D. Pedro che decide di sua volontà di rimanere in Brasile e diventare, dal 1822 al 1831, primo imperatore del Brasile.