“Ho sognato Haruki e altre storie fantastiche”, Robin Edizioni, è l’ultimo romanzo dello scrittore Giorgio Pochetti
Scrivere poi può essere un modo economico di fare auto-analisi e di trovare una rassicurante via di sfogo dalla realtà, quando è troppo grigia o pesante… una sorta di uscita di emergenza.
Giorgio Pochetti
Ho sognato Haruki e altre storie fantastiche di Giorgio Pochetti è un’opera, edita Robin, che trasporta il lettore in un mondo a metà strada tra il sogno e la realtà. Ci sono tre capitoli per tre racconti surreali e coinvolgenti. Si inizia a leggere per non fermarsi fino a quando non si è giunti alla fine. Questo è possibile perché Giorgio Pochetti in quest’opera crea una tensione tale per cui il lettore non può fare altro che rimanere attento. L’autore lascia lungo la narrazione degli indizi che assumono l’aspetto di una simpatica guida attraverso la quale l’interesse di chi legge rimane alto. In questi racconti è facile credere in ciò che non è reale, immaginare l’impossibile possibile e viaggiare in mondi lontani dal sapore orientale.
Principio di indeterminazione di Heisenberg
Il primo capitolo di Ho sognato Haruki e altre storie fantastiche si apre con una relazione che esprime il principio di indeterminazione di Heisenberg, fisico tedesco dello scorso secolo. Questo è un principio tramite il quale si stabiliscono i limiti nella misurazione di valori di grandezze fisiche in un sistema fisico. Vale a dire un principio secondo cui, per determinare dove e quando un oggetto si trova nello spazio, c’è bisogno di perturbare la sua realtà. Affascinante notare che la sospensione dell’incredulità in quest’opera si basi su tale principio. L’autore gioca con le realtà parallele, mette in discussione costantemente l’oggettività del mondo reale, facendo un patto coerente con il lettore che non rimane mai deluso. “Ho sognato Haruki” – primo racconto del testo – è ambientato in Giappone e si sviluppa all’inseguimento di Murakami Haruki. Il protagonista, narrando in prima persona, fatti di vita quotidiana racconta le situazioni rocambolesche in cui inciampa attraverso descrizioni che spesso assumono sfumature seducenti e incantate.
Entrai nudo nella onsen, secondo il costume locale, ma non ero solo. Dentro la piscina c’erano otto giapponesi dal fisico di lottatori di sumo, ovviamente nudi anche loro. […] Mi ritrovai a considerare come fosse surreale la mia condizione del momento: ero nudo e piccolo, nel mezzo della notte, sotto una pioggia leggera, in un’isola straniera dall’altra parte del mondo, in compagnia di otto enormi samurai che parlavano solo in giapponese.
– tratto da pp. 30-31del libro –
“Una storia senza fine” e “Quando si dice il destino”
Nel secondo capitolo, “Una storia senza fine”, ci si ritrova a leggere dei racconti nel racconto, dove a popolare la fantasia della storia ci sono protagonisti bizzarri e dalle idee poco comuni. La lettura scorre veloce, come se non si potesse aspettare di sapere cosa si nasconde nelle frasi successive. Julio, Italo, Kurt e l’io narrante in un carcere di Buenos Aires allietano le loro giornate leggendo storie di fantasia scritte di loro pugno; storie in cui è facile immedesimarsi nonostante il senso del surreale che le circonda. Il libro si conclude con un ultimo capitolo, “Quando si dice destino”, un racconto in cui il lettore viaggia per raggiungere la lontana Turchia, dove fatti di natura criminale colorano la narrazione conferendo al narrato un senso di irrequietezza che perdura in tutto il racconto. Mauro è un uomo che viene puntualmente scosso da fatti in cui si ritrova coinvolto ma da cui riesce in qualche modo a ritrovare un senso di calma e serenità grazie all’intercessione del commissario Yilmaz.
Giorgio Pochetti – l’autore
Giorgio Pochetti, ricercatore presso CNR, è da sempre un amante della scrittura e dei libri. Inizia a scrivere da molto giovane ma è a 25 anni che scrive la sua prima storia. Lavora come ricercatore chimico, attività che gli fornisce continuamente spunti interessanti per l’attività letteraria in quanto afferma che questi siano due mondi complementari che si completano a vicenda. In tutte le sue storie c’è sempre qualche riferimento al mondo scientifico. La lettura inoltre gioca un ruolo di primo piano nella vita di Giorgio Pochetti; è stato molto influenzato dalle ‘Mille e una Notte’, quando era piccolo, e dagli elementi surreali della letteratura latino-americana, da giovane. Oggi legge di tutto, ma soprattutto romanzi. Leggere e scrivere per avere per orientarsi nella vita.
Un libro questo, Ho sognato Haruki e altre storie fantastiche, in cui perdersi lasciandosi trasportare dalla forza delle parole che narrano di mondi surreali. Fantasia e realtà che diventano un’unica cosa; è un libro per chi ama il non tipico e una narrazione frizzante.