“Piccole Poesie Passeggere”, l’esordio di Andrea Casoli
Evito di usare paroloni, non scrivo per fare effetto con vocaboli complicati
Questa è l’essenza predominante nella poetica di Andrea Casoli ispirata dall’utilizzo di parole semplici, naturali che sanno evocare emozioni forti nell’immaginario del pubblico lettore. Poeta, un po’ per caso, laureatosi in economia e commercio, si riscoprì amante della poesia dieci anni fa. Dopo molti anni passati ad affinare la propria tecnica, Andrea Casoli, decise di pubblicare su internet una propria composizione: “Di un quadro” riuscendo ad ottenere moltissimi like oltre ad attirare su di sé l’attenzione della casa editrice Controluna. Il 7 Marzo 2018 venne pubblicata, dalla casa editrice “Controluna”, la sua prima raccolta di poesie dal titolo: “Piccole Poesie Passeggere”. Andrea Casoli si è inoltre aggiudicato, un anno dopo, la menzione d’onore nel concorso letterario “ParmaPoesia” 2019.
Poetica
Le sue poesie sono ben lontane dai costumi e dalla moda letteraria di questi ultimi anni sempre più incentrata in un’esposizione poco curata, senza originalità e inaridita dalla sinonimia.
L’arte di scrivere poesie non deve essere vista di nicchia, non ci devono essere i tratti del commercialismo o del profitto. Deve essere immediata e priva di espressioni complicate
Il suo è uno stile impostato sul ritmo e sulla musicalità in ogni singola sillaba. Il lettore, in questo caso, come vuole il poeta “Più che essere lettore deve essere pubblico ascoltatore di una lettura fatta ad alta voce con gli occhi” terminando “le composizioni devono lasciare un senso di piacere e non di incomprensione”. Il linguaggio passionale di Casoli batte nella tradizione e nella consapevolezza dei sensi.
E tutto quello
La prima edizione (2018) della raccolta “Piccole Poesie Passeggere” si presenta con una copertina dal sapore atipico, in questi tempi, di uno scatto fotografico consistente di elementi simbolici: un viale, una casa e la natura. Ci si appresta ad entrare nei pensieri immobili di un uomo che nella vita si è trovato ad affrontare situazioni avverse probabilmente rappresentate, in copertina, dal piccolo viale rivestito da ciottoli che giunge alla porta in legno della casa sottostante un traforo gotico. Una casa in pietra circondata dalla rigogliosa vegetazione dell’ambiente. un viale, un percorso lungo una vita per ricostruire e proteggere quell’ambiente familiare, lontano dalla città, nel bel mezzo del profondo della natura. Il vano tramutato in utilità. Un nuovo “Fanciullino” adattatosi all’atipica realtà del XXI secolo.
Una raccolta dedicata alla propria famiglia. La poesia d’apertura è “E tutto quello”. Un componimento lirico immerso nell’alone del mistero di un amore sublime espresso in versi liberi. Una quiete interiore indugiante nel riconoscere tutte quell’emozioni percepite nella paura d’interrogarsi su ciò che ancora non è stato chiesto. Il soffio del vento si insinua fra i pensieri del poeta, volta le pagine bianche di una storia non scritta, di un’eclissi interiore aggrovigliata nell’inquietudine del mistero. Lei, la donna amata, la protagonista di un “romanzo senza inchiostro” dove vi sono le parole mai pronunciate, i dubbi mai risolti e lo sconforto. Un poeta a metà tra l’ombra della luna e la luce brillante del sole rispecchiati nella quiete del pensare. Il lamento delle domande infinite nella speranza di essere sciolte.
E tutto quello
Adesso è il vento
a voltarmi le pagine non scritte.
Mi eclisso un poco
dietro le lune che già mi mancano
e come il sole non cambia posto.
C’era il tuo nome ovunque
dentro al nostro romanzo senza inchiostro
e tutto quello che non ti ho chiesto.