Lorena Spurio – opere che raccontano quella sottile linea che separa la realtà dall’immaginazione
Lorena è nata in Italia e come tanti che studiano lingue si è poi spinta lontano dal proprio paese. Si racconta dicendo che la sua passione l’ha portata lontano, verso una nuova direzione e una nuova consapevolezza di se stessa. Le sue opere sono un misto di colori forti, con contorni delineati; un insieme di emozioni raccontate attraverso piccoli movimenti. Le mani, il corpo, le espressioni del viso sono spesso i protagonisti dei lavori di Lorena. I suoi lavori sono il risultato dell’osservazione della realtà che la circonda, se stessa, le persone, le sensazioni e le emozioni.
Raccontaci di com’è vivere lontani da casa
Vivere lontana da casa è una mancanza costante. A volte la si sente di più, a volte di meno, ma c’è sempre. Tanti ricordi stupendi, la famiglia, i posti di quando ero piccola. Purtroppo, per chi come me nasce in Calabria, andarsene, ad un certo punto, diventa una necessità. Ma quello che mi porto dietro poi, è sapere che lì ho e avrò sempre un posto in cui tornare.
Dalle lingue al disegno, cosa ti ha portato al cambiamento?
Se ripenso al percorso fatto mi sembra che ogni cosa abbia spontaneamente portato a qualcos’altro, senza essermene realmente accorta. È stata più un’onda, che un cambio drastico. Poco a poco attraverso gli studi ho cominciato a RI-scoprire il piacere della creatività, un’emozione intensa che mi ricorda di quando ero piccola e frequentavo la scuola di danza della mia città. Me n’ero solo allontanata, l’avevo messa da parte, ma quella spinta creativa è sempre stata lì e con il tempo è diventato un grido.
I colori accessi e i contorni delineati sono presenti nei tuoi disegni; come sei arrivata a questa scelta?
In questi ultimi due anni ho sperimentato tantissimo. Questa è la chiave per avvicinarsi a uno stile che possiamo dire ci appartenga. Anche se questo poi è in continuo movimento perché ogni cosa che vediamo/viviamo ci influenza, noi stessi ogni secondo cambiamo. Sicuramente nella sperimentazione rimangono fisse alcune caratteristiche che sentiamo nostre più di altre. Sicuramente è legato al nostro passato, alle nostre radici, al modo in cui percepiamo il mondo.
Molti artisti sono rimasti affascinati dalle mani e i loro movimenti; per te cosa rappresentano?
Se prima era un fare senza consapevolezza, adesso sto indagando sul perché le mani esercitino questo fascino su di me. A volte non ce ne rendiamo conto, ma le mani sono un mondo a parte. Con le mani possiamo comunicare senza il bisogno di parlare. Le mani possono esprimere delle emozioni, in base a come si muovono, per esempio. O in base a che parte del corpo toccano. Le mani non mentono, insomma. Sono sincere. Sono custodi di piccoli rituali. Sono contatto, sono legame. Sono calore.
Progetti, quali sono quelli in programma?
In un futuro, spero vicino, vorrei prendere un piccolo studio per me, un po’ fuori dalla cittá, dove poter lavorare ad opere di grandi dimensioni. Stare a contatto con la natura e lasciarmi influenzare da lei. E un giorno chissá, mi piacerebbe dar vita a dei laboratori di creazione artistica per regalare alla gente dei momenti di bellezza, di pace, di incontro.
Cosa consigli a chi ha una passione come la tua ma non riesce a trovare il coraggio di inseguirla?
Non è facile prendere una decisione del genere, lo capisco. Ci hanno insegnato ad avere paura dei fallimenti e di conseguenza si pensa sia troppo rischioso provare ad inseguire una passione, meglio rimanere in acque sicure. Ma la verità è che l’arte non ha nulla a che vedere con la pressione sociale, con l’ansia da prestazione, con il “è troppo tardi”. L’arte è un richiamo. E può succedere a qualsiasi età, in qualsiasi momento. Devi solo fare quel passo. Buttartici. Se quello che fai è vero e onesto, non puoi farti male.