L’ennesimo intricato mistero per il commissario Poisson, protagonista incontrastato del giallo andato in scena al Teatro Spazio 18B, per la regia di Massimo Roberto Beato
La Vigilia di Natale del commissario Poisson
Passando per la Garbatella vecchia, dopo aver superato il palazzone della Regione Lazio, su via Rosa Raimondi Garibaldi, al civico 18B troverete una piacevole sorpresa: un piccolo e accogliente teatro. Nello Spazio 18B non troverete nessun sipario e nessun palcoscenico, nessun ostacolo fra pubblico e attori. Nessuna poltrona di velluto in cui sprofondare, bensì un attaccapanni e una biglietteria nell’ingresso e qualche decina di sedioline di plastica richiudibili.
L’incerta seduta non sarà certamente un problema per lo spettatore che appena prende posto viene catturato dalla scena: un armadio e una scrivania di legno massiccio, tre sedie che ci rivelano in anticipo il numero di attori che appariranno in scena. La stanza, arredata con suppellettili anni ’30, si allarga e dilata grazie agli specchi che ricoprono entrambe le pareti e conferiscono all’ambiente un’atmosfera ambigua e a tratti spettrale. Il gioco di luci e ombre vela i volti degli attori e svela le immagini riflesse nello specchio. Appena prende posto, lo spettatore capisce che si trova immerso, e forse coinvolto, in una scena del crimine.
Un giallo a cornice metaletteraria
Il solitario commissario Poisson, con il suo accento spiccatamente francese, ingessato nel suo gilet nero, è il primo ad apparire sulla scena. Goffo e incerto sembra intento a consumare in solitudine la sua cena della Vigilia di Natale. Improvvisamente squilla il telefono e alle spalle del commissario vediamo apparire una figura femminile in dissolvenza. Agitata e sconvolta la giovane donna implora il commissario di mettersi subito in viaggio verso Londra. A Winterbrook House, la celebre dimora londinese della scrittrice di gialli Agatha Christie, durante la vigilia di Natale si è consumato un efferato delitto. Il commissario Poisson non può di certo sottrarsi al proprio dovere, neppure nel giorno di festa, e si mette subito in viaggio. Arrivato a Londra viene accolto dalla spilungona cameriera spagnola e da due sorelle benestanti, figlie della vittima e ospiti della scrittrice di gialli, che al momento si trova in Egitto per le vacanze natalizie. “Delitto a casa Christie” è un giallo con una cornice metaletteraria originale e avvincente ideata dalla compagnia dei masnadieri.
Tra finzione e realtà
Partendo dall’arcinoto personaggio immaginario creato da Agatha Christie, il commissario Poirot, il detective di “Delitto a casa Christie” si suppone essere il personaggio reale da cui la scrittrice prese ispirazione per creare il personaggio letterario. I tre personaggi femminili apparentemente contrastanti per interessi e caratteri, nella risoluzione del giallo, scopriranno di avere in comune qualcosa di fondamentale per loro vite. La vittima, un uomo benestante dell’Inghilterra degli anni ’30, viene sgozzato nel suo studio, in una stanza chiusa dall’interno.
Riuscirà il vero commissario Poisson, interpretato da Jacopo Bezzi, a risolvere il caso? Riuscirà ad interpretare gli indizi che ha lasciato sulla scena del crimine l’assassino? Riuscirà a resistere al fascino delle tre giovani donne astute e seducenti – interpretate da Sofia Chiappini, Gaia Petronio e Veronica Rivolta – ? Niente spoiler, lasciamo allo spettatore il gusto della suspence e del mistero che in questo spettacolo non è mediato da nessuno schermo televisivo. Un giallo a teatro da non perdere, per la regia di Massimo Roberto Beato.