Traduzione dell’articolo:
The Power of The People: Emmeline Pankhurst and women’s suffrage. – di Alexandra Tönies.
“You have two babies very hungry and wanting to be fed. One baby is a patient baby, and waits indefinitely until its mother is ready to feed it. The other baby is an impatient baby and cries lustily, screams and and makes everybody unpleasant until it is fed.Well, we know perfectly well which baby is attended to first.”
Queste sono le parole di Emmeline Pankhurst, pronunciate in uno dei discorsi più celebri in tutta Hartford, America.
Ma non è l’America il luogo dove inizia la storia di Emmeline, e nemmeno il luogo che ha avuto il maggiore impatto su di lei, si tratta del luogo in cui tutti i suoi sforzi l’hanno portata.
Emmeline Pankhurst è stata una leader del movimento delle Suffragette in Inghilterra nonchè la fondatrice del Women’s Social and Political Union, che diverrà il cuore delle suffragette attiviste. La loro notorietà si deve soprattutto a Emmeline. Con il solo ausilio delle sue parole era in grado di legare a sé le persone, di toccarle emotivamente.
Si dice che avesse un carisma che la portasse naturalmente ad avere non solo il supporto dei suoi seguaci, ma anche la loro ammirazione, e sorprendentemente non solo verso di lei, ma verso tutta la sua famiglia. Da sola non avrebbe mai avuto l’impatto che ha avuto, ma la sua capacità di unire le persone le consentì di diventare una personalità talmente forte da operare dei cambiamenti all’interno del sistema.
La storia di Emmeline inizia in Inghilterra, da una giovane chiamata Emmeline Goulden,
figlia di una famiglia che aveva già programmato per lei l’ascesa femminista per cui la conosciamo oggi. Sin dall’età di 14 anni la madre la portava agli incontri delle suffragette femministe, inoltre entrambi i suoi genitori partecipavano attivamente con il partito liberare alla lotta contro la schiavitù e i diritti delle donne.
A 20 anni Emmeline sposò l’avvocato Richard Pankhurst, con cui avrà 5 figli. Il ventiquattrenne Richard era un avvocato che supportava i diritti femminili, portò infatti avanti la sua causa per tutta la vita.
Il 10 Ottobre 1903 Emmeline fondò il Women’s Social and Political Union (WSPU), nel momento in cui sia la società che la politica stavano cambiando.
La rivoluzione industriale aveva cambiato il gioco del mercato, il parlamento tradizionale inglese si stava espandendo, includendo un numero sempre maggiore di membri.
Nel 1884, due terzi degli esseri umani avevano il diritto al voto, rimanevano escluse solo tre categorie di individui: i malati mentali, i criminali e le donne.
La marcia fino all’acquisizione del diritto di voto fu lunga.
Si incominciò dal domandarsi che posizione avessero le donne all’interno della società e della famiglia, e poi ci si chiese se avessero diritto all’istruzione e alla libertà di scegliere un lavoro.
Seguirono il lobbismo, gli incontri pubblici, le petizioni, le lettere, gli articoli e le riviste a favore del suffragio femminile, ma ogni sforzo rimase inascoltato. Venne a seguito il movimento delle suffragette che, a detta di Emmeline, avrebbe portato i partiti politici a un punto dove non avrebbero più potuto ignorare la situazione. Infatti, fu nel 1905 che la figlia di Emmeline, Christabel Pankhurst, richiese il suffragio femminile alla convention del Partito Liberale di Manchester, portando con sé un cartello con quello che divenne lo slogan del WSPU: “Voti per le donne”.
La notizia arrivò ovunque. Nel 1908 due suffragette si incatenarono al cancello di Via Downing, 10. E pochi mesi dopo ci fu la più grande marcia della storia a favore del suffragio femminile, pochi mesi dopo che la distruzione diventasse parte integrante della strategia di vittoria.
Le detenute della prigione femminile Holloway sembravano impazzite,
iniziarono uno sciopero della fame, venivano forzate a mangiare, rilasciate fino a guarigione e poi imprigionate e forzate a mangiare di nuovo, senza essere mai riconosciute prigioniere politiche. Le suffragette bruciarono proprietà e fecero saltare in aria stazioni pubbliche. Come dicevano loro stesse, bisognava assicurarsi che nessuno si facesse male, ma era necessario essere ascoltati.
Nel 1913 Emily Wildling Davis morì suicida per il movimento e scatenò un’abbondanza di eventi. Il commento di Emmeline Pankhurst sull’avvenimento fu: “Per noi la vita è sacra, ma se devono essere sacrificate vite, che siano le nostre; non lo faremo noi, ma metteremo il nemico in condizione di scegliere se garantirci la libertà o la morte.”
Emmeline aveva una leadership estrema di cui era a capo, e tutti gli altri avevano il compito di seguire le sue regole. Ciononostante, era ammirata e supportata, e come lei lo furono Christabel e l’altra figlia, Sylvia Pankhurst, quando fondò il suo movimento a favore dei diritti dei lavoratori.
Emmeline era un personaggio appassionato, aveva fiducia in sé stessa ed era assertiva, certa che il suo operato fosse nel giusto. Era in grado di ispirare le persone quando parlava senza alcun supporto scritto, come se ciò che diceva venisse sempre dal cuore.
In una delle famose divisioni tra potere e violenza di Hannah Arendt,
si dice che il potere riguardi le persone, i gruppi che decidono di unirsi politicamente per una causa comune.
La violenza è una forma di compensazione quando manca il potere. Il potere vero non può mai emergere dalla violenza, emerge dall’azione e dalla discussione collettiva.
Emmeline Pankhurst rientra in questa descrizione e quindi, forse, fu da una mancanza di potere di fronte a un governo la cui forza sembrava essere maggiore di quella del popolo, che lei stessa trasformò la gente in violenza.
Finalmente, nel 1928, fu istituito il diritto di voto alle donne, dopo che le suffragette mettessero in pausa la loro lotta ai diritti femminili a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, per stare l’una accanto all’altra a supporto del governo.
Si dice che la combinazione delle loro campagne eccessive prima e il supporto unitario in guerra alla fine persuasero i politici. Nel suo discorso a Hartford, in America, Emmeline aveva paragonato le suffragette ai soldati della guerra civile che combattevano per una causa diversa, affermando:
“Ci hanno detto, il governo riposa sulla forza, le donne non hanno forza, quindi devono sottomettersi. Bene, stiamo mostrando loro che il governo non si appoggia affatto alla forza: si basa sul consenso “.
Traduzione di
Martina Russo