Enter into thy closet
Il presente articolo ha come oggetto la proposta di traduzione dall’inglese, più precisamente Modern English, all’italiano,della prima parte del trattato Some Reflection upon Marriage di Mary Astell, considerata la prima femminista inglese.
Nata a Newcastle upon Tyne, Mary Astell è definita come la prima femminista inglese, per via dei suoi scritti e del suo pensiero fortemente a favore dei diritti femminili, in un contesto storico-socio-culturale prettamente maschilista, il Modern English Period– medesimo periodo storico in cui viveva Shakespeare.
In quanto donna, non ebbe accesso a una vera e propria istruzione se non attraverso un suo zio, ex chierico sospeso dall’attività religiosa, che insegnava filosofia all’università di Cambridge. Alla morte del padre e dopo che il patrimonio della famiglia Astell fu impiegato per l’istruzione del fratello Peter, Mary e la madre si trasferirono a Londra. Qui entrò in contatto con diverse donne del panorama critico letterario, le quali aiutarono Mary nello sviluppo di una sua personale linea creativa e nella pubblicazione dei suoi scritti.
Le opere di Mary Astell hanno un nucleo comune: la rivalutazione della donna nella società, considerata dalla stessa autrice di pari raziocinio all’uomo, quindi la donna poteva e doveva avere le stesse possibilità maschili di avere un’istruzione.
Altro importante elemento dei suoi scritti è la “pericolosità” di un’ istruzione scarsa e del matrimonio,
inteso come “obbligo” per le donne: riguardo quest’argomento, l’autrice muove un’opposizione contro il fatto che la donna debba obbligatoriamente sposarsi, ed essere trattata come un oggetto materiale, (cfr. Some Reflections upon Marriage); il matrimonio deve essere, secondo la Astell, una conseguenza di una duratura e consolidata amicizia e non frutto di un’attrazione fulminea.
La Astell è ricordata non solo in quanto scrittrice, ma anche per la sua abilità retorica, soprattutto nei campi della filosofia, etica e sociale. Capace di discutere sia con uomini che con donne, è famosa la sua teoria sul dualismo uomo-donna, in cui condanna la disparità di cui le donne sono vittime, – da qui la celebre citazione if all Men are born free, why are all Women born slaves? –(Some Reflections upon Marriage).
Prefazione – traduzione (pag. 69-70)
ENTER INTO THY CLOSET
Queste riflessioni, fatte nel paese da cui proviene il libro, vengono tardi alla mano; il lettore è desideroso di scusare la loro essenza inopportuna così come altre colpe; e credere che non hanno altri disegni che correggere alcuni abusi, i quali non sono da meno, poiché potere e prescrizione sembrano autorizzarli. Se qualcuno è inutilmente curioso da indagare da quale mano provengano, può aver piacere di sapere che non è d’uopo chiedere, dato che il frontespizio non lo dice: tutti noi siamo sufficientemente vani, e senza dubbio il celebrato nome dell’Autore, verso il quale molti sono affezionati, non è stato evitato se non per buone ragioni. Per nominarne una: chi si preoccuperà di tirarsi addosso il nido di un calabrone?
È una colpa dar peso più a chi parla, rispetto a cosa dice; e per sottomettersi all’autorità, quando dovremmo solo dedicarci alla ragione, o se la ragione ci spinge troppo forte, per pensare a scongiurarla da obiezioni e riflessioni personali. Audaci verità possono passare mentre il parlante è in incognito, ma non sono durature quando esso è noto; poche menti sono abbastanza forti da sopportare cosa contraddice i loro princìpi e pratiche senza recriminarli. E nonostante dire la verità sia l’azione più abbiente, ma comunque scarsamente ci si avventura in ciò, si considera come nemico per questo motivo.
Finora la vecchia inserzione, di quando le riflessioni apparirono la prima volta, è del 1700 A.D.
Ma il riflettore, chi spera che riflettore non sia un brutto inglese, ora governatore è felicemente di sesso femminile, non ha bene o male detto nulla; perché le persone perdonate sono solo eccitate per fare una domanda ancora più curiosa. Un certo ingenuo gentiluomo (nel modo in cui è informata) ha la buona natura di possedere queste riflessioni, fino ad affermare che ha l’originale M.S. nel suo armadio, una che lei non è in grado di produrre; e quindi rendersi responsabile per tutte le loro colpe, per le quali le gli rende tutti i riconoscimenti dovuti.
Comunque, l’essenza generale dell’opinione, che un uomo possa aver avuto più prudenza e maniere che aver pubblicato verità così inopportune, o aver tradito l’arcana imperii del suo sesso, confessa lei timidamente, che il piano e l’esecuzione del suo disegno, che essendo sfortunatamente accusato di essere molto dannoso per il governo, degli uomini intendo, è interamente suo. Lei non si è né confidata con amici, né ha scomodato autori antichi e moderni, né si è prudentemente sottomessa alla correzione di come sono, o come pensano di essere buoni i giudici, ma con uno spirito e Genio inglese, disposto similmente al contingente Forlorn Hope, significando nessun danno a nessuno, né designando una qualsiasi cosa se non il bene pubblico, e salvare, se possibile, la libertà nativa, i diritti e i privilegi del soggetto.
[…]
Analisi
La traduzione è stata fatta seguendo un approccio il più letterale possibile, soprattutto a causa del linguaggio usato. Come detto in precedenza, si tratta infatti di inglese del Seicento. Nonostante questa attenzione per il testo originale, si è visto necessario adattare alcune espressioni, soprattutto da un punto di vista sintattico, per rendere più chiaro il senso del discorso. Un esempio è già nell’incipit della prefazione:
These Reflections being made in the Country, where the Book that occasion’d them came but later to Hand, the Readeris desir’d to excuse their Unreasonableness as well as other Faults.
Da notare come anche la scrittura in sé per sé è prettamente old fashon, tipica del Modern English: diverse parole hanno l’iniziale maiuscola, anche se non sono nomi propri. Alcuni verbi, invece, sono al tempo passato e tronchi, probabilmente per facilitarne la lettura (e.g. desir’d invece di desired).
Per dare l’idea dell’ “età” del componimento, sono state utilizzati espressioni italiane arcaiche: […]that is not good Manners to ask, ad esempio,in italiano è reso con non è d’uopo chiedere, chiaro manifestazione del linguaggio “vecchio stampo” utilizzato.
La struttura del testo è stata lasciata invariata: le parole in corsivo nel testo originale sono state mantenute in corsivo anche nella traduzione.
In traduzione è presente un’esplicitazione dell’espressione Forlorn Hope, resa con l’aggiunta di “contingente” ( Forlorn Hope è una storpiatura dell’espressione olandese verloren hoop, letteralmente “soldati sperduti”, che in inglese designa un battaglione di volontari dell’esercito inglese incaricato di riempire fossati e trincee, quindi una sorta di avanscoperta).
In conclusione,
Il testo in quanto tale è importante dal momento che non si tratta di un componimento artistico in senso stretto, non è una poesia, né un romanzo, né un’opera di finzione; siamo davanti ad un trattato, di natura critica, riguardo la disparità culturale e sociale cui le donne sono soggette (è da ricordare che questo fenomeno, nonostante persiste in alcune forme tuttora, è tipico del XVII secolo). Il testo quindi risulta sotto alcuni punti di vista meno complesso da tradurre (non si hanno quindi problemi eccessivi di adattamento di rime, struttura e figure retoriche), ma allo stesso tempo, visto l’argomento delicato e, in alcuni versi ancora attuale, è di rilevante difficoltà riuscire ad adattare bene i concetti espressi, soprattutto le espressioni idiomatiche, e intralinguisticamente (da Modern English a Current English) e interlinguisticamente (da inglese a italiano).
Articolo di
Pierpaolo Prevete