Il presente articolo ha lo scopo di presentare una proposta di traduzione di alcune pagine del saggio di Olivier Zajec
intitolato «Nicholas J. Spykman,l’invention de la géopolitique américaine. Un itinéraire intellectuel aux origines paradoxales de la théorie réaliste des relations internationales », pubblicato nel 2016. Le pagine che propongo (pp.34-43) fanno parte della prima sezione del saggio che si sofferma sugli aspetti biografici di Spykman, in particolare dal 1893 al 1925.
NAVIGAZIONI DELL “OLANDESE VOLANTE”
Lo studioso di Hélouan-les-Bains (1913-1916)
“Un clima caldo e secco” avevano raccomandato i medici. Prendendo la diagnosi alla lettera. La famiglia Spijkman si trasferisce in Egitto e più precisamente alla stazione termale de Hélouan-les-bains. Sorgano ai margini del deserto, le fonti d’acqua solforosa e salina scorrono per curare i problemi renali. Anche se la diagnosi precisa della malattia di Nicholas non era stata formulata, il clima di Hélouan era veramente raccomandato alle persone che andavano a curarsi alle terme e vi abbondavano strutture mediche, paramediche così come gli hotel e le pensioni per famiglie.
Dal 1913 al 1916 la ragione prima della presenza a Hélouan era dunque di ordine medico. Gli Spijkman, avendo sollecitato una delle conoscenze della famiglia in campo diplomatico olandese, sembra che essi abbiano potuto ottenere che loro figlio approfittasse di un’opportunità di un posto di lavoro che si offriva per un giovane studente nel campo della cooperazione culturale all’estero, in maniera da permettergli di lavorare durante la cura e di finanziare i suoi studi. Nicholas Spijkman diventa segretario dell’agenzia diplomatica danese al Cairo (alcune delle sue credenziali menzionano anche il titolo di cancelliere). Tra il 1913 e 1914 si iscrive parallelamente all’università della capitale egiziana dove segue degli studi di architettura e di psicologia, senza tuttavia ottenete alcun diploma o certificazione in queste materie. Le sue attività in questo luogo non sono conosciute, un lasciapassare dell’epoca conservato negli archivi famigliari, indica sorprendentemente un’attività di archeologo, che forse era una copertura che dissimulava le attività occasionali di spionaggio, come il suo percorso suggerisce. Quando non è sui banchi della facoltà del Cairo, Spijkman alloggia anche a Hélouan. La stazione termale situata ad una ventina di chilometri al sud del Cairo è stata costruita nel 1872 dal Khédive Ismail sul versante orientale del Nilo, in modo tale da dare alla vecchia città un’estensione aerea occidentale, secondo un piano ortogonale moderno.
I Russi sono i primi a lanciare Hélouan-les-Bains, nome con il quale la stazione termale è conosciuta all’estero. Molto presto, la buona società diplomatica, accreditata in Egitto, non semplicemente di passaggio, prende l’abitudine di imbattervisi facendo di questo nuovo posto alla moda, la sua villeggiatura favorita. Tra il delta del Nilo e il Mar Rosso, tutta la concezione dell’Europa elegante sembra esservisi trasferita.
L’attrattiva di Spykman per la politica internazionale: “De collectieve psychologie in den modernen oorlog” (1915).
Durante questo periodo di cura e di studi, tra le due visite della zona militare del canale controllato dagli inglesi, Nicholas Spykman manifesta il piacere per la scrittura e la speculazione intellettuale. Tutta questa prima produzione, che non era stata menzionata in nessuna biografia ci permette di indagare sui centri di interesse di quest’uomo in esilio sul bordo del Nilo. A cosa si interessa? Lo studioso all’università del Cairo compone almeno due articoli sull’architettura e sulla scultura: “Le développement de l’architecture de la sculpture égyptienne” e “Le développement de l’architecture musulmane”, entrambi nel 1915. Ma il suo interesse sembra soprattutto portarlo sulla politica internazionale. In questionario riempito 15 anni più tardi per una fondazione americana, colui che diventerà il professor Spykman menzionerà quattro articoli scritti su questo argomento nel 1915.
Si tratta di “La guerre et la rivalité commerciale anglo-allemande”, “L’expansion coloniale comme but de guerre allemand”, “La rivalité germano-russe dans les Balkans” e “La rivalité gréco-italienne en Méditerranée“. Il questionario non precisa purtroppo in quale giornale o rivista questi studi sono stati pubblicati. Tuttavia, si è potuto riesumare il testo completo di un articolo filosofico, politico “De collectieve psycologie in den moderne oorlog”, che Spijkman, sempre dopo Hélouan, riesce a far pubblicare nella rivista olandese De Nieuwe Gids, nel gennaio del 1915. Si tratta di una riflessione della maniera in cui i cittadini di una nazione, individui razionali, si trasformano improvvisamente in una folla unita intorno alla loro bandiera, dal momento che il discorso dei governanti ha fatto della guerra una lotta sacra per gli ideali di giustizia e libertà. Come il giovane studioso osserva, questi ordini parlamentari sono trasmessi dai giornali e dagli intellettuali di ogni parte belligerante. Spijkman riporta gli esempi degli esperti realizzando dei reportage efferati per i giornali del fronte, dimenticando immediatamente lo spirito critico che li contraddistingueva abitualmente da quelli comuni.
In una possibile reminiscenza di una lettura precedente di “Psychologie des foules”di Goustave Le Bon,
egli espone anche le caratteristiche psicologiche delle masse, che eliminano il ragionamento e la logica per arrendersi all’emozione e alla violenza. Al di là dei grandi principi di diritto e di giustizia, egli infine indica quelli che sarebbero, secondo lui, gli scopi della guerra delle nazioni coinvolte nel conflitto: “l’Alsazia-Lorena” per la Francia, “l’accesso alle acque libere dai ghiacci” per la Russia, lo lotta contro lo “knot tzariste” per le nazioni dell’Europa dell’Est, l’eliminazione del rivale tedesco da parte dell’Inghilterra, la conquista di una nuova potenza economica per la Germania. Al di là dei quadri schematici di geografia politica e strategica che costellano questo articolo di giovinezza, […] secondo Spijkman, gli alleati della Triplice Alleanza. Russi, Inglesi e Francesi non avrebbero la stessa visione della vita e del mondo. La politica, tuttavia permetterebbe di trascendere queste differenze “naturali” in funzione di interessi superiori. Egli giudica che l’Inghilterra e la Germania, nazioni dai valori culturali originariamente vicini, sarebbero portati l’uno verso l’altro nel 1890: ma la rivalità commerciale crescente tra Londra e Berlino ha portato, alla fine, gli inglesi ad avvicinarsi ai francesi, tenuti fino a quel momento alla lontana e poco apprezzati. Queste inversioni di alleanze connesse con la situazione dei rapporti di forza sono giustificati nei confronti dall’opinione pubblica da delle considerazioni patriottiche utilizzando il sentimento strumentalizzato dello sciovinismo.
Questo articolo del 1915, prima produzione pubblicata da Spykman di cui si è ritrovata traccia, ci permette di constatare presso di lui diversi poli di interesse intrecciati. Egli dimostra, in primo luogo, passione per le analisi di relazioni internazionali (il cui termine non esiste ancora) o quanto meno delle interazioni diplomatiche tra i Paesi del Concert europeo; il suo lavoro presso l’Agenzia diplomatica olandese del Cairo e poi sicuramente ancora la frequentazione dei circoli di socializzazione europea cosmopolita d’Hélouan, hanno certamente intensificato la sua passione per le speculazioni e per le analisi diplomatiche comparate; in secondo luogo, “De Collective psychologie in de modern oorglog” denota un’osservazione approfondita dei meccanismi psicologici di fabbricazione delle opinioni maggioritarie, una critica matura dei discorsi di propaganda patriottica, e un interesse per la crescita agli estremi che ne è il risultato. Quanto alla decifrazione degli interessi delle nazioni e al loro basamento geopolitico, la riflessione prende una piega decisamente realista. Infine, Nicholas Spijkman sviluppa un ragionamento di dimensioni filosofiche sulla maniera in cui il contenuto filosofico collettivo può evolvere, da una società di individui razionali – o almeno dovrebbero esserlo- in un aggregato, anche congiunturale, di folle mosse da un’idea fissa.
La morte di Klass Spijkman. Fine del periodo egiziano.
Un anno prima di questa pubblicazione, un grave evento ha sconvolto la vita di un giovane studente olandese. Suo padre Klass Spijkman muore prematuramente all’età di 55 anni, il 29 gennaio 1914. Gli Spijkman avevano appena fatto visita a suo figlio che si trovava a Hélouan. La sorella di Nicholas, Elisa, insieme a suo marito Krijn Perk Vlaanderen, facevano parte del viaggio. Il viaggio si conclude tragicamente: Klass Spijkman muore a bordo del Malwa, nel momento in cui, di ritorno da Alessandria, si avvicina a Marsiglia. Questo episodio colpisce in maniera considerante il giovane uomo. Tuttavia, egli continuerà ad alloggiare a Hélouan ancora per un anno e mezzo, periodo interrotto da almeno un viaggio in Olanda. Da giugno a settembre 1915, ritornando nei Paesi Bassi per fare visita alla sua famiglia, egli percorre l’Italia (Napoli), la Svizzera (Zurigo), e la Germania (Friburgo, Otterbach e senza dubbio Strasburgo), che gli dà l’occasione di redigere altri articoli su gli “Empires centraux”. Successivamente, torna al Cairo per qualche mese. Il periodo egiziano si conclude un anno più tardi. Testimone questo lasciapassare per la zona per il Canale, che gli è consegnato dal Consolato Olandese del Cairo il 24 maggio 1916: il segretario dell’agenzia diplomatica dei Paesi Bassi Nikolaas Spijkman è autorizzato a viaggiare dal Cairo a Port-Said, affinché egli possa imbarcarsi su una nave spagnola con destinazione Barcellona. Accordato ufficialmente per congedo di salute all’inizio del mese di giugno 1916, questo viaggio segna verosimilmente la fine del soggiorno egiziano di Spykman.
Nell’estate del 1916, egli attraversa i paesi alleati per delle attività che egli stesso definisce di “giornalismo”, sulle quali non si hanno dei dettagli.
Successivamente egli rientra in Olanda, dove lo aspetta la sua famiglia. La morte di suo padre ha certamente cristallizzato alcune delle scelte ulteriori di Nicolaas Spijkman. È probabile che abbia discusso con sua madre del suo avvenire. Deve restare nei Paesi Bassi? O cercare nuovi orizzonti, come aveva fatto Klass a sua volta, e come il suo soggiorno in Egitto e la frequentazione della società internazionale del Cairo e di Hélouan gli avevano appena dato un piccolo assaggio? La guerra, che era in corso, non apre numerose prospettive a un giovane uomo riformato per ragioni di salute. Continuare i suoi studi all’estero, tuttavia, potrebbe essere una soluzione, permettendogli di preparare una carriera di giornalista, per la quale egli ha mostrato certe attitudini a Hélouan. Sembra che tra la prospettiva di ritrovare la sua via nei Paesi Bassi e la possibilità di nuovi orizzonti lontani, Nicholas Spijkman non ha esitato a lungo. Il giovane, angosciato per la sua salute cagionevole […] lascia definitivamente i polders olandesi e i moli affollati de L’Aia, per far rotta verso destinazioni più esotiche. Il suo punto di approdo: l’Università di Batavia, capitale dell’India olandese, dove egli intende continuare i suoi studi.
Le Nederlandische-Indie, dominate dai Paesi Bassi dal XVI secolo, costituirono il più esteso dei loro possedimenti e rappresentano un interesse strategico considerevole. […] Dal suo arrivo Nicholas Spykman è ingaggiato dal NIPA (Nederlandische-Indish Pers Agentschap), l’agenzia di stampa del’ India olandese. Dal 1917 al 1918 sarà inoltre segretario della rivista bimestrale Koliniale Studies, edita a Weltevreden. Per ottenere questi impieghi, le relazioni dei suoi genitori hanno avuto un ruolo importante. Klaas Spijkman aveva frequentato a suo tempo i canali consolari, commerciali, e giornalistici delle Indie olandesi, che il suo giornale, “De Weldeburgen” gli dava l’occasione di sollecitare. È verosimile, lo si è visto, che egli abbia investito in alcuni interessi minerari di questi stessi territori. Dei vicini amici della famiglia Spijkman, i Van Gesseler Verschuir, ben introdotti nell’amministrazione coloniale olandese, sembrano avere giocato un ruolo di mediatori. Giornalista, Nicholas segue dunque, in apparenza, le orme di suo padre.
Giornalista e agente della corona delle Indie olandesi (1917-1920)
Le attività del giovane Spijkman nell’India olandese sono tuttavia di natura più complessa del semplice giornalismo. Un’opera olandese recente, consacrata al ruolo di questa colonia durante la Grande Guerra, dà casualmente la chiave della presenza di Spykman della colonia, dettaglio finora ignorato delle notizie: sembra che egli sia stato, dal suo arrivo in Batavia, un agente di spionaggio non dichiarato dei servizi del Ministero delle colonie, alle quali, è accertato che, egli ha inviato nel 1917-1918 dei numerosi reports sullo stato di opinione nelle Indie olandesi. Avvistato all’Agenzia diplomatica del Cairo, scelto per le sue capacità letterarie, e per il suo interesse per la politica internazionale, le sue funzioni nella stampa e al NIPA di Batavia non sono dunque dovute al caso. Il nome di un corrispondente è Kiewet de Jonge, incaricato a l’Aia di combattere la disinformazione sui Paesi Bassi nella stampa straniera. Una delle missioni di Spijkman è di contrastare l’influenza delle altre potenze (inglesi e tedesche in primo luogo) sulla stampa e l’opinione della colonia, senza che la mano del ministro appaia nella manovra. Il giovane agente, per delle ragioni di discrezione, fa transitare la sua corrispondenza confidenziale nelle lettere che egli spedisce a sua madre. A partire dall’autunno 1917, egli è promosso responsabile effettivo della Nederlandische-Indishpers Agentschap. I suoi rapporti a l’Aia sembrano indicare che egli conserva delle grandi ambizioni a questo posto. Ma un’altra agenzia di stampa, l’ANETA (Algemeen Nieuws en telegraaf agentschap), diretta da un certo Beretty e creata nel 1916, fa concorrenza alla NIPA di Spijkman, causando una lotta efferata tra i due uomini. L’ANETA, che è la corrispondente di Reuters, ha spesso la meglio.
Una prima opera pubblicata sulle prospettive dell’impresa coloniale olandese: Hindia Zelfbestuur.
Spijkman sfrutta questi due anni passati a Sri Poestaka per pubblicare a sua volta. Come prova: “De collectieve psychologie in de modernen oorlog”, apparso nel 1915 nel Nieuws Gids, il suo interesse è più intellettuale che semplicemente giornalistico: gli articoli prodotti esaminano il dominio della sociologia politica (“Les Chinois comme minorité etchnique”, “Les demi-castes comme minorité”, “Objectifs sociaux er politiques antagonistes dans le nationalisme javanais”), la politica in senso stretto (“Le nationalisme javanais”, “Problèmes d’education aux colonies”, “La reforme costitutionnelle et administrative dans les Indes néerlandaises”), ma anche di economia (“Les problèmes de la législation coloniale du travail”, « Les effects de la guerre sur l’économie javanais », « Le problème de l’Industrialistation »). Alcuni dei titoli mostrano che la sua missione di informazione e di lotta contro le influenze delle altre potenze coloniali continua. Consigliere editoriale e commerciale dei due quotidiani malesi, egli pubblica nel 1918 a Batavia una prima opera consacrata alle prospettive di autonomia politica delle indie olandesi. Hindia Zelfbestuur è già firmato all’americana – Nicholas Spykman e non più Spijkman – come faceva suo padre al momento della sua esperienza giornalistica a New York, 25 anni prima. In questo opuscolo destinato a una larga diffusione per la cura dei servizi del Kantor voor de Volkslectuur, il giovane Nicholas realizza un quadro economico, politico e culturale del dominio olandese in Indonesia; egli descrive le possibilità eventuali del progresso di questa stessa colonia verso una forma di auto-governo, a immagine dei domini britannici, pur stimando – e impegnandosi a dimostrarlo dal punto di vista politico e socio-economico – che l’indipendenza sarebbe una soluzione prematura. Molto didattico Il testo olandese, molto didattico è tradotto in malese con una traduzione a fronte, come la maggior parte delle pubblicazioni di Balai.
Partenza per il Nuovo Mondo (Giungo 1920)
L’impiego di caporedattore di Sri Poestaka, anche formatore che sia, non occuperà Nicholas Spijkman che per un anno. Non si sa nulla delle relazioni con Douwe Rinkes: si sono deteriorate? Anche la questione riguardante i suoi committenti nel dominio dei servizi segreti: gli archivi del ministero delle colonie non contengono dei rapporti di Spijkman antecedenti al settembre 1918. Da gennaio a giugno 1920, egli intraprende un viaggio di studi in Australia e in Nuova Zelanda. Alla fine di questo soggiorno, avvicinandosi all’ultima tappa di una lunga evoluzione personale, non farà ritorno a Giava.
Passando per la Cina, emigra verso gli Stati Uniti, sbarca a San Francisco e diventa studente all’università della California, Berkeley. È l’inizio di un percorso brillante di un nuovo americano. Per la seconda volta in 40 anni, uno Spijkman di Amsterdam tenta l’avventura nel Nuovo Mondo. Il figlio perseguirà una rivincita simbolica su un’America che si era rifiutata al suo genitore nel 1880? Nicholas Spijkman non aspira senza dubbio alla riuscita di suo padre Klaas. Ma il versante introspettivo e speculativo lo trasporta di più sul versante di affarista e di commerciale. Poliglotta, esperto in relazioni umane, forte di un’esperienza di viaggi e incontri impressionanti per un giovane uomo di 27 anni, è soprattutto sul piano intellettuale e sapiente che Spykman darà modo di imporsi. E la sua riuscita supererà le sue aspettative.
Articolo di
Francesca Marchetti