L’attività giornalistica, pur costituendo per Carlo Collodi l’esperienza letteraria che l’ha impegnato maggiormente e con continuità per l’intero corso della sua esistenza, è stata di fatto marginalizzata come attività di secondaria importanza rispetto alle Avventure di un burattino, da tutti riconosciuto come capolavoro. Come giustamente osserva Renato Bertacchini «parlare di Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Collodi, significa dire soprattutto di Pinocchio[1]».
In questa sua opera Collodi ha trasfuso gli aspetti più significativi della sua personalità, la sua scapigliata natura e il suo gusto arguto e beffardo, che caratterizzano la sua intera produzione, che comprende, oltre alla continua e intensa esperienza giornalistica, opere di vario genere e cioè commedie, racconti, favole, macchiette. «I piccoli» – come commenta D. Marcheschi – «hanno divorato Le avventure di Pinocchio – il libro più noto al mondo dopo la Bibbia e il Corano – quelli grandi ne sono stati talmente ammirati da avere ripetutamente cercato di scoprire i meccanismi che ne regolano il congegno[2]».
I lettori, invece, a partire dai contemporanei e anche la critica letteraria hanno, per così dire, ridimensionato gran parte di questa produzione, considerata di livello inferiore rispetto a quello delle fantastiche avventure di Pinocchio, che sono state, peraltro, caricate di sovrasensi filosofici, sociologici e politici, quasi immagine simbolica della nostra civiltà con i suoi pregi e difetti; nella storia di Pinocchio, sarebbero quindi ravvisabili le tracce del moralismo di un’intera generazione, che è meno avvertito nelle altre opere.
Non sono mancate nemmeno le interpretazioni di matrice psicoanalitica, «che sono scese freudianamente nella vita interiore al fine di scoprire gli inconsci rapporti tra l’opera e lo stato psichico del suo autore[3]».
«Notissimo per Pinocchio, il Lorenzini è invece pressoché sconosciuto dai più come giornalista, una professione che esercitò da maestro sui vari fogli dell’epoca: “Il Lampione”, “Lo Scaramuccia”, “Il Fanfulla”, “La Nazione”[4]».
In effetti Pinocchio rappresenta la migliore e più schietta espressione delle capacità artistiche collodiane; le opere minori (in particolare la vasta produzione giornalistica), anche se non hanno gli stessi pregi e forza comunicativa delle Avventure di un burattino,costituiscono almeno delle tappe progressive del lavoro artistico che trova la sua massima efficacia in Pinocchio.
E, tuttavia, alla straripante quantità e varietà degli interventi critici dedicati a Pinocchio fa riscontro, se non un quasi totale silenzio, sicuramente un numero esiguo di studi sulle opere minori collodiane, che, hanno impegnato Collodi a tempo pieno per oltre un trentennio della sua esistenza e la maggior parte della sua attività di intellettuale.
«Il silenzio sulla produzione minore collodiana è stato interrotto solo nell’imminenza della ricorrenza del centenario della morte dello scrittore dalle analisi di R. Bertacchini, R. Maini e P. Scapecchi e D. Marcheschi e S. Bartolini».[5]
In questo lavoro, senza perdere di vista il capolavoro collodiano, che è assunto come punto di arrivo e somma conclusiva delle numerose e varie esperienze umane e artistiche dell’autore, si cercherà di ricostruire le tappe evolutive di tale processo, esaminando in particolare l’esperienza giornalistica di Collodi in differenti prospettive:
- ricostruzione del percorso che segna i vari successivi momenti dell’esperienza giornalistica;
- temi e interessi culturali, sociali e politici fatti oggetto di analisi da parte dello scrittore;
- aspetti stilistici salienti.
A cura di
Daniele Altina
[1]Bertacchini R., Collodi narratore, Nistri-Lischi, Pisa 1961, p.11
[2]Collodi C., Cronache dell’Ottoocento, a cura di D. Marcheschi,ETS Editrice, Pisa 1990, p.7
[3]Cfr. Volpicelli L., Bibliografia Collodiana(1883- 1980),Quaderni della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Pescia 1981.
[4]Il Grillo parlante dell’Unità d’Italia, Collodi giornalista scelto da Bartolini S., a cura di Simonetta Bartolini, Mauro Pagliai Editore Firenze
[5]Bertacchini R.,Collodi narratore,Nistri-Lischi, Pisa 1961; Maini R. e Scapecchi P., Collodi giornalista e scrittore, Firenze, Stabilimento Grafico Commerciale 1981, S.Bartolini, il Grillo parlante dell’Unità d’Italia, Mauro Pagliai Editore, Firenze, 2011.
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