Coefore, il teatro greco in scena alla Sapienza questo martedì 17 luglio alle 18.30
Martedì 17 luglio alle 18.30 nel Cortile del Dipartimento di Matematica della Sapienza prende vita la prova generale aperta al pubblico delle “Coefore” di Eschilo. La prima invece si terrà mercoledì 18 luglio sempre alle 18.30 nel Cortile del Dipartimento di Matematica e per chi non potesse partecipare verrà replicata il 19 luglio alla stessa ora. L’evento si inserisce nel contesto del progetto Theatron, un laboratorio extracurriculare per gli studenti dell’ateneo romano che si articola in due parti: una dedicata alla traduzione del testo greco e l’altra alla messa in scena dell’opera. La traduzione, realizzata dagli studenti del Corso Magistrale in Filologia, Letterature e Storia del Mondo Antico, è stata coordinata dalla guida della professoressa Anna Maria Belardinelli. La possibilità di partecipare alla messa in scena è invece aperta a tutti gli studenti, i docenti e il personale della Sapienza guidati dal regista Adriano Evangelisti che seleziona i candidati e cura l’intero processo di realizzazione dell’opera.
Le “Coefore” di Eschilo sono la II tragedia del ciclo dell’Orestea
Nella tragedia precedente Agamennone, re di Argo e padre di Oreste ed Elettra, sacrifica la figlia Ifigenia per propiziare i venti e partire per la guerra di Troia. La moglie, Clitemnestra, e il suo amante, Egisto, uccidono Agamennone per vendicare la giovane sacrificata. Si crea così una catena di morti che prosegue anche nelle “Coefore”, al centro della quale c’è il piano di vendetta di Oreste, appena tornato in patria dopo molti anni, e sua sorella Elettra. I due fratelli, dopo essersi rincontrati vendicano loro padre uccidendo la madre Clitemnestra che a sua volta, ormai defunta invocherà le Furie per vendicarla. La scia di sangue finirà solo nell’ultima tragedia dove il tribunale restituirà finalmente l’equilibrio perduto per così tante generazioni.
Coefore – Intervista ad Adriano Evangelisti
The Serendipity Periodical ha avuto la possibilità di conoscere meglio il dietro le quinte delle “Coefore”, intervistando il regista Adriano Evangelisti. Questi, dopo una lunga gavetta, debuttando a soli 20 anni in teatro, si diploma come “Attore di Prosa” al Teatro di Roma. Quella di Adriano Evangelisti è una formazione completa, ha lavorato come attore, diretto da registi italiani quali Vincenzo Salemme, Vincenzo Guicciardini, Sandra Milo, Ugo Pagliai e ha partecipato anche a numerose fiction televisive, come “La Squadra”, “Le 3 rose di Eva” e “Un medico in famiglia 10” . Oggi Adriano Evangelista è uno dei registi e attori romani più seguiti dal pubblico italiano. Intervistalo è stato immergersi nel suo mondo a 360 gradi.
Come avviene ogni anno la progettazione di quello che sarà poi il prodotto finito? Come funziona la collaborazione tra lei e la professoressa Belardinelli?
Il testo viene scelto l’anno precedente; infatti ad esempio io e la professoressa Belardinelli abbiamo già pensato all’anno prossimo. Se dovessi essere rinominato direttore artistico, si sta pensando alle “Eumenidi”. Il primo anno che ho collaborato con il progetto, credo il 2013, era stato messo in scena l’“Agamennone”. Poi abbiamo alternato opere di Euripide, Aristofane e quest’anno abbiamo scelto di continuare con l’“Orestea” in modo da concluderla il prossimo anno. Ci piacerebbe infatti mettere in scena la trilogia completa in una sola volta, proprio come si usava nell’antica Grecia. Per quanto riguarda il lavoro sul testo questo viene scelto in anticipo per dare modo alla professoressa di fare un programma didattico in tempo per l’inizio dell’anno accademico. I due progetti si muovono in parallelo ma non in contemporanea e il lavoro filologico inizia prima, verso ottobre, ma le prime traduzioni ci arrivano a gennaio. La traduzione poi si pone la sfida di riarticolare il testo con un linguaggio adatto al giorno d’oggi e quindi si cerca di combinare fedeltà e attualità.
A questo proposito, come è riuscito a dare nuova vita ad un testo del genere? Qual è la sua visione?
L’idea è quella di far rivivere il testo. Faccio una piccola premessa. Il progetto di teatro è aperto a tutti e dovrebbe riuscire ad arrivare a chiunque anche a studenti che non si interessano di arte o letteratura, come chi studia Infermieristica o Fisica! Il nostro pubblico è trasversale. Io inizio il mio lavoro di regia con uno studio che mi porta a creare una proposta di messa in scena. Sono partito dall’idea di non volermi concentrare sul matricidio, che è al centro dell’opera, e così, trovando degli espedienti, ho fatto il meglio per concentrarmi su altro. In questo modo al centro dell’attenzione c’è invece la relazione tra i protagonisti, Oreste ed Elettra, e l’importanza di ritrovarsi, anche in una famiglia disgregata come la loro. La forza sta proprio in questo ritrovarsi e l’ho sottolineata con scelte che definirei “ardite”. Il centro sono i superstiti di questa catena di vendette che fanno di tutto per ricostruire un equilibrio. Per questo Oreste ed Elettra hanno all’inizio personalità poco equilibrate, ritrovando infine insieme una stabilità sia fisica che psichica….ma non dico di più! Il matricidio apre e chiude la rappresentazione tramite un gioco di corrispondenze che ho ripreso dall’inizio delle “Eumenidi” nelle quali l’“eidolon” di Clitemnestra incita le Erinni a vendicarla, un’invenzione di Eschilo. In quest’opera interverrà Apollo a mettere fine al ciclo di violenze. Tutti i classici e in particolare la tragedia ci danno un monito importante: credo che i tragici insieme a Shakespeare e a Freud siano i migliori conoscitori dell’animo umano!
Per concludere, com’è lavorare con gli studenti rispetto a lavorare in un ambito professionale?
Allora , il tutto inizia con le audizioni, quest’anno abbiamo avuto 120 partecipanti al bando da tutte le facoltà e perfino una professoressa. Alla fine i selezionati sono stati 34. All’inizio della sessione dei provini ho fatto a tutti un discorso. Ho detto che la cosa fondamentale non è il talento o la preparazione in questo caso quanto la determinazione e la volontà del fare. Lavorando tanto ognuno ha l’opportunità di andare sul palco ed esprimere appieno le proprie potenzialità. Ovviamente io li “proteggo” con una regia adatta. È una scelta precisa quella di far durare lo spettacolo un’ora ed evitare versioni integrali dell’opera che non sono sostenibili per attori non professionisti. Quest’anno poi c’è stato un lavoro molto complesso sulla musica con una grande attenzione al ritmo, ai gesti perfettamente sincronizzati. Hanno dato tutti il massimo per raggiungere questo livello di coordinazione. Gli attori protagonisti poi si sono comportati come professionisti, lo posso dire ancora prima del debutto. Il lavoro è stato molto intenso; è durato 4 mesi con 2/3 incontri la settimana da quasi 5 ore ciascuno! Ma nonostante tutto i ragazzi sono riusciti a farcela, continuando con la loro vita, le lezioni, gli esami, sacrificando il loro tempo. Non so come facciano!
Grazie ancora ad Adriano Evangelisti per la sua disponibilità nel raccontarci le Coefere sotto un punto di vista fuori dal comune! Segnate in agenda le date e non mancate alla rappresentazione!
Intervista di
Simona Ciavolella