Passaggi il terzo romanzo scritto da Émile Ollivier
Pubblicato con la traduzione italiana a cura di Elena Passini nel 2013 dalla casa editrice Nuova Editrice Berti, “Passaggi” è un romanzo breve, poco più di 170 pagine dense di eventi e di storie che si susseguono e si intersecano, di personaggi le cui vite vengono narrate in parallelo incrociandosi l’un l’altra pagina dopo pagina. In questa edizione italiana nel libro viene aggiunto un glossario, in cui sono spiegati i termini haitiani e quebecchesi. Inoltre, la postfazione a cura di Elena Passini è essenziale per la comprensione del romanzo, in quanto permette di avere un quadro globale dell’autore e delle sue opere. Passaggi è diviso in tre sezioni, intitolate rispettivamente I quattro tempi dell’avvento, Buongiorno venti e Nel silenzio o nel clamore. Tre sono anche i luoghi dove le vicende dei personaggi si sviluppano: Port à l’Ecu, Montrèal, Miami. Nel romanzo si sviluppano due racconti: il primo che narra la vicenda di Amédée Hosange, nativo di Port-à-l’Ecu, la cui storia è raccontata dal punto di vista della sua compagna Brigitte Kadmond.
Amédée deciderà di lasciare l’isola, a bordo di una nave chiamata La Caminante, per fuggire da quella terra desolata e irriconoscibile, che non ha nulla di buono da offrire. Il secondo racconto, interconnesso con il primo, riguarda le vicende di Normand Malavy, un giornalista quebecchese di origini haitiane, che decide di lasciare la sua isola e trasferirsi in Quebec. Egli è un migrante, un esiliato politico, un intellettuale che lotta a favore dei diritti. Normand Malavy è un personaggio emblematico, il cui cognome evoca il suo essere, infatti l’autore attraverso un gioco di parole con il cognome del personaggio, appunto, Malavy che in francese suona come mal à vie, cioè il dolore di vivere. Il temperamento di Normand viene descritto da Ollivier in poche righe, ma cariche di significato che rendono a pieno l’immagine di un personaggio viandante e nomade.
“Al mondo esistono due grandi razze di uomini: quelli che mettono radici, che si tessono un destino minerale in un sogno di pietra, e quelli che credono di essere polline. Amanti delle lunghe cavalcate, attraversano con il vento grandi spazi. Saltano su velieri di fortuna, imboccano sentieri aleatori, senza meta, senza percorsi predeterminati. Normand apparteneva a questa razza. Amava gli spostamenti alla cieca che avvengono su superfici illimitate, dove partenze e ritorni finiscono con il confondersi.” [1]
Il tema principale del romanzo è il viaggio, che allo stesso tempo accomuna le vite dei protagonisti. Ollivier non sono racconta le storie di viaggi, di ritorni e di esili, ma, come scrive Pessini nella postfazione dell’edizione italiana “Ollivier gioca a mescolarli, a fondarli a intricarli” [2]. In Passaggi si ritrovano i temi dell’identità, del territorio e della lingua haitiana, della speranza che accompagna ogni partenza e arrivo, di cui Ollivier si fa interprete. Il titolo del romanzo è emblematico, in quanto attraverso i molteplici passaggi dei protagonisti da un luogo ad un altro a un altro ancora, l’autore si fa portavoce di una realtà dell’America del Sud e del Centro America. Il romanzo è stato premiato con Grand Prix du Livre di Montréal.
L’autore
Ollivier frequenta la facoltà di filosofia presso l’Ecole Normale supérieure d’Haiti. Frequenta i circoli letterari à Port-au-Prince e milita attivamente a fianco dell’Union Nationale Des etudiants Haitiens. Nel 1964 è costretto all’esilio in Francia a causa del regime di Francois Duvalier, nel 65 si trasferisce in Canada, al nord del Québec con sua moglie, dove ha una carriera brillante come professore a l’Università di Montréal, presso la facoltà di scienze dell’educazione. Vivrà a Montréal per 25 anni durante i quali sarà attivo sul piano culturale e sociale, infatti lavorerà presso il Conseil des communautés culturelle et de l’immigration du Québec.
Il suo primo romanzo è Mère- solitude del 1983, tre anni dopo pubblicherà Discorde aux cent voix e infine nel 1991 Passages. Il suo interesse per le popolazioni immigrate di Montréal, per la formazione degli adulti, ai fenomeni migratori e il suo impegno a favore dell’integrazione, dell’educazione interculturale e dell’alfabetizzazione dei migranti, è evidente sia nella sua vita sia nelle sue opere. Passaggi infatti è ricco di riferimenti a fatti realmente accaduti, come per esempio l’episodio del naufragio della Caminante, la nave su cui Amédée era salpato per fuggire da Port à l’Ecu, fa riferimento a un naufragio di una nave partita da Haiti; o ancora le manifestazioni e insurrezioni descritte negli ultimi capitoli richiamano le lotte contro il regime di Francois Duvalier. Nel 2000, Ollivier ha ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle arti e delle lettere della Francia ed è stato eletto membro dell’Accademia delle lettere del Québec. Ollivier è anche membro dell’Unione delle scrittrici e scrittori quebecchesi.
Note:
- [1] Ollivier É. Passagi, 2013 Edizione Italiana (p 63)
- [2] Ibidem (p 180)
Articolo di
Francesca Marchetti
Un commento su “Passaggi di Émile Ollivier – recensione”